video suggerito
video suggerito
Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

A Gaza migliaia di bambini rischiano di morire di sete mentre il sistema idrico collassa: l’allarme UNICEF

A Gaza, il collasso del sistema idrico minaccia migliaia di bambini: solo il 40% degli impianti funziona e manca il carburante per produrre acqua potabile. L’UNICEF avverte: senza interventi urgenti, i più piccoli rischiano di morire di sete.
A cura di Davide Falcioni
117 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

In un drammatico appello rivolto alla comunità internazionale, l’UNICEF – agenzia ONU per l'infanzia – ha lanciato l’allarme sul collasso imminente del sistema idrico nella Striscia di Gaza, avvertendo che migliaia di bambini sono a rischio di morire di sete. La crisi idrica si aggiunge alla già devastante emergenza umanitaria causata da mesi di guerra, fame e isolamento forzato. "Siamo ben al di sotto degli standard minimi di emergenza per quanto riguarda l’accesso all’acqua potabile. I bambini inizieranno a morire di sete se non si interviene subito", ha dichiarato James Elder, portavoce dell’UNICEF, parlando ieri a Ginevra.

Secondo l’agenzia, solo il 40% degli impianti di produzione di acqua potabile è ancora operativo. La mancanza di carburante, indispensabile per alimentare le pompe dei pozzi e l’ultima centrale di desalinizzazione funzionante, sta accelerando il disastro. Nessun rifornimento è stato consentito da marzo, quando Israele ha unilateralmente rotto il cessate il fuoco.

La situazione si è ulteriormente aggravata a seguito dei bombardamenti israeliani, che hanno distrutto gran parte delle infrastrutture idriche: impianti di trattamento delle acque reflue, condotte e serbatoi. A marzo Israele ha interrotto anche l’energia elettrica necessaria agli impianti di desalinizzazione, lasciando oltre 2,3 milioni di persone senza una fonte sicura di acqua potabile.

Immagine

I bambini, le vittime più vulnerabili

A fare le spese di questa situazione sono soprattutto i bambini, molti dei quali già indeboliti dalla malnutrizione e dalle ferite provocate dai bombardamenti. Numerosi casi di disidratazione acuta sono stati segnalati nei centri medici di fortuna ancora attivi. Il rischio di decessi per sete nei prossimi giorni è concreto e crescente.

James Elder ha riportato la testimonianza di un bimbo colpito da un proiettile di carro armato mentre cercava cibo con la famiglia: "È morto poco dopo per le ferite. È solo uno dei tanti bambini che vengono colpiti non solo dalla violenza, ma anche dall’assenza totale di ciò che è più basilare: l’acqua".

Ad aggravare la crisi è il caos sulla distribuzione degli aiuti. La Gaza Humanitarian Foundation (GHF), organizzazione sostenuta da Israele e Stati Uniti, pubblica gli orari di apertura dei centri di distribuzione solo su Facebook, un canale inaccessibile per gran parte della popolazione a causa dell’assenza di connessione internet. "Ci sono state situazioni in cui le persone si sono dirette verso i centri di distribuzione convinte che fossero aperti, solo per scoprire che erano chiusi. Nel frattempo, vengono attaccate mentre aspettano l’arrivo degli aiuti", ha spiegato Elder.

A Gaza almeno 55.600 morti, soprattutto civili

In questo quadro le principali agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie internazionali continuano a denunciare la gravità della situazione, chiedendo l’apertura immediata e senza restrizioni di corridoi umanitari. Criticano inoltre la nuova gestione degli aiuti da parte della GHF, definendola inefficace, pericolosa e non etica. Nel frattempo, i dati del Ministero della Sanità di Gaza parlano chiaro: oltre 55.600 persone sono morte dall’inizio della guerra, la maggioranza civili. E se non arriverà acqua in tempi rapidi, il numero delle vittime è destinato a crescere tragicamente, soprattutto tra i più piccoli.

117 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views