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Conflitto Israelo-Palestinese

“A Gaza carestia imminente”, allarme della Fao: “Serve intervento immediato e su larga scala”

A Gaza quasi due terzi delle famiglie sono rimaste intere giornate e notti senza mangiare almeno 10 volte negli ultimi 30 giorni. A lanciare l’allarme è la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’agricoltura in un nuovo rapporto sulle condizioni della popolazione palestinese dopo l’invasione israeliana.
A cura di Antonio Palma
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Oltre metà della popolazione di Gaza sta facendo i conti con una mancanza cronica di cibo che è il preludio a una imminente e catastrofica carestia. A Lanciare l’allarme è la Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'agricoltura in un nuovo rapporto sulle condizioni della popolazione palestinese dopo l’invasione israeliana pubblicato oggi. Secondo il report dell’agenzia Onu, in mancanza di un immediato e massiccio intervento su larga scala, nella Striscia entro maggio sarà carestia con conseguenze disastrose.

La FAO sollecita un accesso immediato di operatori umanitari a Gaza per fornire assistenza urgente e su larga scala alla popolazione palestinese, segnalando un rapido peggioramento della crisi alimentare nella Striscia di Gaza con una previsione di carestia entro maggio 2024 nei governatorati settentrionali. Secondo l’agenzia, anche il resto della Striscia corre il rischio di una futura carestia se le ostilità non cessassero e l'assistenza umanitaria non raggiungesse le persone più bisognose.

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I nuovi dati, pubblicati oggi nell’ambito dell’iniziativa globale Integrated Food Security Phase Classification (IPC), indicano che l’intera popolazione della Striscia di Gaza si trova ad affrontare livelli elevati di insicurezza alimentare acuta e che metà della popolazione, ovvero circa 1,1 milioni di persone, sono classificate a livello più pericoloso e cioè affrontano una insicurezza alimentare catastrofica (Fase 5 dell’IPC).

Nel dettaglio, i dati indicano che praticamente tutte le famiglie palestinesi saltano i pasti ogni giorno e gli adulti riducono i pasti in modo che i bambini possano mangiare. Nei governatorati settentrionali, in quasi due terzi delle famiglie, le persone sono rimaste intere giornate e notti senza mangiare almeno 10 volte negli ultimi 30 giorni. Dati recenti mostrano, inoltre, che un bambino su tre sotto i due anni è gravemente malnutrito.

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L’escalation militare e la guerra con Israele hanno bloccato le forniture di acqua, cibo e carburante, causando il collasso di tutti i settori legati al cibo, compresa la produzione agricola e la pesca. Circa il 60-70% del bestiame da carne e da latte a Gaza è stato ucciso o macellato prematuramente per soddisfare le terribili esigenze alimentari derivanti dal conflitto.

Dati drammatici se si pensa che rispetto al precedente report, pubblicato nel dicembre 2023, l’insicurezza alimentare acuta nella Striscia di Gaza è peggiorata e si è ampliata, con il 79% di persone che sono scivolate verso livelli catastrofici di fame e che aumenteranno ancora se non cambierà la situazione attuale. Le Previsioni parlano addirittura del 92% di popolazione interessata entro l’estate prossima.

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“Questa analisi aggiornata conferma ciò che tutti temevamo: un allargamento e un rapido deterioramento della situazione della sicurezza alimentare a Gaza dove metà della popolazione si trova ad affrontare livelli catastrofici di insicurezza alimentare", ha affermato il Vice Direttore Generale della FAO Beth Bechdol. “Questo dato raggiunge il livello più alto mai registrato a Gaza, diverso da qualsiasi cosa abbiamo mai visto prima. A dicembre, il precedente rapporto dell’IPC segnalava che la carestia era probabile. Se non verranno presi provvedimenti per cessare le ostilità e garantire un maggiore accesso umanitario, la carestia è imminente. Potrebbe già verificarsi. È necessario un accesso immediato per facilitare la fornitura di assistenza urgente e critica su larga scala” ha aggiunto.

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