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Escher al Pan di Napoli: la retrospettiva del grande incisore tra scienza e sogno

La retrospettiva dell’artista Maurits Cornelis Escher apre i battenti a Napoli al PAN – Palazzo delle Arti Napoli dal 1 novembre. La mostra, aperta fino al 22 Aprile, è un percorso di 200 opere che includono, oltre alle opere del genio visionario, anche un’ampia sezione dedicata all’influenza che il suo lavoro e le sue creazioni hanno esercitato sulle generazioni successive.
A cura di Laura Ghiandoni
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La retrospettiva dell'artista Escher apre i battenti a Napoli nel Palazzo delle Arti Napoli dal 1 novembre. La mostra, aperta fino al 22 Aprile, presenta un percorso di 200 opere che includono, oltre alle opere del genio visionario, anche un’ampia sezione dedicata all’influenza che il suo lavoro e le sue creazioni hanno esercitato sulle generazioni successive. Incisioni su legno, litografie e mezzetinte che presentano costruzioni impossibili, materializzazioni del concetto dell'infinito, costruzioni fatte di tasselli che distorcono il piano dello spazio e motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente fino a trasformarsi davanti agli occhi.

Le opere di Escher inizialmente furono scoperte e amate soprattutto dai matematici e dagli scienziati che ne comprendevano le caratteristiche fortemente legate alle scienze matematiche e fisiche. Le incisioni e le mezzetinte rappresentavano alla perfezione certe leggi della fisica e della geometria tipicamente scientifiche come l'uso razionale di poliedri, le distorsioni geometriche e le interpretazioni originali di concetti condotti da una ripetitività seriale e tridimensionale che ricorda a volte il codice del DNA, ma che nei quadri si sviluppa fino al paradosso.

Il primo artista ad accorgersi del valore delle opere di Escher fu il grafico tedesco Flocon, che inaugurò la dilagante "Eschermania" che contagiò a poco a poco tutti coloro che entrarono in contatto con le opere dell'autore. Furono tanti anche gli artisti che si dichiararono suoi discepoli citandolo e copiandolo e riaffermandone i concetti del paradosso e della surrealtà nelle proprie opere.

Il pubblicitario David Hop, lo scultore francese Dominique Ribault, l'italiano Lucio Saffaro, Hans Kuiper sono solo alcuni. Si trovano citazioni anche nella saga di Harry Potter. L'aspetto angoscioso, surreale ed onirico delle opere di Escher è ripreso in una delle scene del film Labyrinth del 1986 di Jim Henson. Escher, per la sua unicità, oggi è onnipresente in copertine di cd e pubblicità televisive, libri. Sembra che anche nel mondo dei fumetti Topolino, Martin Misture e Dylan Dog siano stati catapultati ogni tanto nei panorami surreali del grande incisore olandese.

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