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Electrolux: ecco come verrà decurtata la busta paga di un operaio

Secondo l’azienda il taglio sarà del 3%, ma i sindacati hanno fatto i calcoli: “Da qualsiasi parte la si voglia guardare, l’incidenza dei sacrifici chiesti ai lavoratori sotto l’aspetto del salario, oscilla dal 20% in su, non considerando né l’effetto sul Tfr né quello sui contributi pensionistici”.
A cura di D. F.
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Sarà dell'8 o del 16% la riduzione dei salari agli operai della Electrolux? La prima cifra è quella comunicata dall'azienda, mentre la seconda emerge da un calcolo di Fim, Fiom e Uilm. Elecrolux afferma che la riduzione è di 3 euro a ora, "che in termini di salario netto equivale a circa l’8%, ovvero meno 130 euro al mese. E’ stata anche avanzata l’ipotesi di raffreddare l’effetto inflattivo del costo del lavoro attraverso il congelamento per un triennio degli incrementi del contratto collettivo nazionale di lavoro e degli scatti di anzianità". Infine "il regime di 6 ore assunto come base per tutti i piani industriali, è da considerarsi con applicazione della solidarietà, come da accordi sottoscritti e dei quali auspica il rinnovo".

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Il Messaggero Veneto ha pubblicato la busta paga di un operaio di terzo livello dello stabilimento di Porcia: "In giallo le voci che compongono il salario, compresi i premi – legati alla contrattazione aziendale – di cui l’impresa da subito chiede il congelamento. Le voci sono: Edp (54,26 euro), acconto Stb (54,26), Pro.re (79,50, 6,37 e 7,40 euro), Pro.re sulla maggiorazione notturna (0,28). Nel caso in cui l’orario venisse articolato sulle 6 ore, non scatterebbe né l’indennità mensa né la trattenuta. Per cui dal salario lordo di 2.186,85 euro andrebbero detratti da subito 202,07 euro riferiti ai premi di risultato portando ad un saldo di 1.984,78. Lasciando i conteggi sulle trattenute così come sono, il netto in tasca scenderebbe da 1.209,19 a 1.007,06, con un meno 16%. Questo senza considerare che il nostro lavoratore, con 125,24 euro di scatti di anzianità, non maturerebbe nel futuro prossimo né ulteriori scatti, né incrementi derivanti dal contratto nazionale".

Augustin Breda, Rsu Fiom e componente segreteria nazionale Cgi, spiega: "L’azienda indica in 3 euro l’ora la riduzione di salario sul costo che lei sostiene. Per il lavoratore si traduce in 2,50 euro in meno rispetto alla paga oraria di 9,40 euro; quindi si arriva a 7 euro e spiccioli lordi. Il conteggio è agevole: se permangono gli ammortizzatori, la paga netta si aggira sui 990 euro perché le 2 ore di differenza vengono compensate dai contratti di solidarietà. Nel momento in cui l’ammortizzatore viene meno, si arriva a circa 840 euro netti. Da qualsiasi parte la si voglia guardare, l’incidenza dei sacrifici chiesti ai lavoratori sotto l’aspetto del salario, oscilla dal 20% in su, non considerando né l’effetto sul Tfr né quello sui contributi pensionistici".

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