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Trichet: “Ecco perché nel 2011 scrivemmo la lettera al Governo Berlusconi”

Nell’agosto del 2011 l’allora governatore della BCE scrisse una lettera al Presidente del Consiglio Berlusconi. Ricordate? Ebbene, ieri Trichet ha rivelato i retroscena di quella decisione.
A cura di Davide Falcioni
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Era il 5 agosto del 2011 e al governo italiano, guidato da Silvio Berlusconi, arrivò una lettera destinata a innescare quello che sarebbe stato un terremoto politico. Ricordate? Nel giro di pochi mesi il Cavaliere rassegnò le dimissioni e al suo posto arrivò, accolto come il "salvatore della patria", Mario Monti. Fu allora che iniziò l'epoca dei tecnici al governo, degli uomini che – scevri di impostazioni ideologiche (o almeno così raccontavano) – avrebbero risollevato le sorti del paese. Come andò a finire è cosa nota a tutti, con il paese che in realtà aumentò il suo debito pubblico e la disoccupazione. Ma parliamo di quella lettera, che iniziava così:

"Caro Primo Ministro,
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell'area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell'euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.
Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti".

Seguirono una serie di "indicazioni pratiche". Ebbene, quella lettera venne redatta dall'allora governatore della BCE Jean Claude Trichet che ieri, intervenendo a Firenze a un'iniziativa con degli studenti, ha rivelato alcuni dettagli inediti. A riportarli è stato Il Sole 24 Ore: quella missiva, ha raccontato il francese, venne spedita anche al governo spagnolo: "Senza qui-pro-quo, senza trattative, senza discussioni, abbiamo inviato con una lettera le nostre valutazioni della situazione italiana e il consiglio direttivo della Bce decise di intervenire sui mercati. Questo ormai è storia. Ne parlo in maniera candida perché le lettere sono state rese note dai governi dei due Paesi per motivi diversi".
Trichet ha quindi commentato l'approvazione del Jobs Act da parte della Camera dei Deputati: "Migliorerà la flessibilità del lavoro e la capacità di adattarsi a un mondo che cambia molto rapidamente". Curiosamente, giova ricordarlo, proprio nella lettera inviata nel 2011 al governo italiano si scriveva: "C'é anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi". Quante somiglianze con le linee guida della Riforma del Lavoro targata Matteo Renzi…

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