Tav, ancora incertezza sui costi della grande opera

Continua il tira e molla sui costi definitivi della Tav Torino – Lione. Secondo Marcello Messori, presidente del gruppo Ferrovie dello Stato ed economista, "il costo definitivo della grande opera non è ancora determinabile con precisione perché ci sono dei fattori ancora incerti e solo quando ci sarà una certificazione si potrà stabilire con certezza". Messori l'ha spiegato durante un’audizione alla commissione Trasporti del Senato sui costi della Tav. Secondo il numero uno di Fs "c’è anche incertezza dal lato dei ricavi futuri dell’opera perché l’analisi costi benefici è stata fatta prima della crisi e adesso il quadro è cambiato e non possiamo ragionare come nel 2006". Ciononostante l'opera continua ad essere inserita tra quelle giudicate strategiche dall’Ue e per questa ragione è necessaria una certificazione terza che sarà la base della richiesta di fondi all’Ue.
Marcello Messori ha così integrato le affermazioni dell'ad del gruppo Ferrovie dello Stato, Michele Elia, secondo cui il costo della Torino-Lione, tratta internazionale, non è cambiato e che "se oggi si facesse la gara questa sarebbe fatta per 8,6 miliardi". La spesa prevista per la parte italiana è di 2,9 miliardi. Elia ha quindi confermato quanto dichiarato dal ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi: non ci saranno aumenti di costi. In realtà sulla vicenda la confusione sembra essere totale, visto che Rfi ha effettuato una rivalutazione del 3,5% del prezzo che ha portato a una conseguente lievitazione: "La rivalutazione prezzi comunque ci sarà e quella definitiva verrà fissata adesso dalla commissione intergovernativa e sarà inserita nella richiesta del contributo all’Ue". Era stato Stefano Esposito, vicepresidente della commissione Trasporti, a sollecitare l’audizione (che sarà aggiornata) e chiedere il contratto a Rfi. Nel documento si prevede che il preventivo di 7,7 miliardi venga rivisto e aggiornato sulla base della "discussione di oggi e di un tasso di rivalutazione delle opere pubbliche che in Francia oggi è del – 0,7%".