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Spese certe e addio Istat. Arriva il nuovo redditometro

Previsto un “doppio contraddittorio” con il contribuente e l’uso di spese e dati certi senza tener conto delle medie Istat. Ecco spiegato come funziona il nuovo strumento a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per combattere l’evasione fiscale.
A cura di Biagio Chiariello
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Per scovare gli evasori arriva il nuovo Redditometro. Lo strumento che, per ricostruire il reddito di un cittadino o di un'azienda, tiene conto di dati nuovi e più ricchi. L'attenzione del Fisco si concentrerà sugli scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata, ma solo se il gap è di almeno il 20 per cento. E il principale chiarimento della circolare 24/E con cui l'agenzia delle Entrate ha precisato il funzionamento del nuovo mezzo di accertamento attuato dal decreto del ministero dell'Economia del 24 dicembre 2012. Dunque, nella scelta dei contribuenti a maggior rischio di evasione, l’Amministrazione finanziaria andrà a considerare esclusivamente spese e dati certi (presenti in Anagrafe tributaria o nella dichiarazione dei redditi) rispetto, invece, alle spese medie Istat, che, pertanto, non verranno prese in analisi nel calcolo dello scostamento tra il reddito dichiarato e quello ricostruito.

Ma quali sono queste spese certe? Si tratta di:

– spese certe sostenute direttamente dal contribuente o dal familiare fiscalmente
a carico risultanti dall'Anagrafe tributaria o indicate dal contribuente stesso in
dichiarazione dei redditi;
– le spese per elementi certi, ottenute applicando ai valori presenti in Anagrafe tributaria o, comunque, disponibili (come potenza delle auto, lunghezza delle barche) altri parametri ricavati per esempio da analisi degli operatori appartenenti ai settori economici di (le
spese per mantenere i beni presenti in Anagrafe: abitazione, mezzi di trasporto;
– la quota relativa agli incrementi patrimoniali;
– la quota del risparmio formatasi nell'anno.

Il doppio contraddittorio – Il nuovo Redditometro "raddoppia" i momenti di confronto tra fisco e contribuenti con l'obiettivo ultimo degli accertamenti. Il cittadino potrà fin dal primo incontro con l'Agenzia delle Entrate dimostrare che le spese sostenute sono state finanziate con redditi che il Fisco non conosce perché tassati alla fonte o esclusi dalla base imponibile. Se le indicazioni sono esaurienti, l'attività di controllo si chiude in questa prima fase. In caso contrario, il contraddittorio va avanti e vengono prese in considerazione anche le spese per beni di uso corrente, calcolate sulla base delle medie Istat. Solo se Amministrazione e contribuente non riescono a trovare l'accordo, l'ufficio emette l'avviso di accertamento. Nella circolare, inoltre, l'Agenzia sottolinea come il nuovo redditometro non applica coefficienti alle singole voci, ma la spesa vale per il suo ammontare.

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