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Redditometro, via libera al nuovo strumento del Fisco

Dopo mesi e mesi di stallo e analisi, lo strumento tanto lodato dall’Agenzia delle Entrate debutterà: il Garante della Privacy ha dato l’OK, ma con alcune modifiche.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo mesi di accertamenti condotti dall’Autorità per verificare i nodi sulla tutela dei dati personali, il garante per la privacy ha dato il via libera al cosiddetto "redditometro", ma ha prescritto all'Agenzia delle entrate di adottare "una serie di misure e accorgimenti per ridurre al minimo i rischi per la privacy delle persone e nel contempo rendere lo strumento di accertamento più efficace nella lotta all'evasione fiscale", come si legge in una nota dell'Autorità. L’Agenzia delle Entrate ha deciso di puntare forte su questo strumento anti-evasione e per questo sono stati svolti numerosi esami sul versante della tutela della riservatezza dei contribuenti. E' il Sole 24 Ore a fare più chiarezza sul tema, evidenziando quelli che sono stati i principali dubbi emersi in questi mesi. In particolare, si è chiesto rispetto dei dati personali implicati nelle eventuali procedure di verifica, soprattutto per la protezione delle informazioni convogliate nei database informatici dell’erario e,nel contempo, le caratteristiche dei profili che servono da indicatori per individuare eventuali ‘furbetti'. Ad esempio, l’eterogeneità di soggetti che rivelano le informazione al Fisco. Spiega il quotidiano economico: "L’errata comunicazione del codice fiscale potrebbe far imputare l’acquisto del bene a un altro contribuente nei confronti del quale potrebbe poi scattare la selezione con il redditometro".

Che cos'è il redditometro – Con questo nuovo strumento il Fisco avrà la possibilità di risalire al reddito dei contribuenti avvalendosi alcuni indicatori di capacità contributiva (casa, investimenti, trasporti, ect.). Gli indicatori sono un centinaio, suddivisi a loro volta in sette categorie (abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni, istruzione, tempo libero e cura della persona, investimenti mobiliari e immobiliari e spese varie). La ‘luce rossa' delle verifiche si accende quando il reddito presunto supera di 20 punti percentuali quello dichiarato. In questi casi, c'è comunque la possibilità di chiarire il motivo di queste discrepanze, con un doppio contraddittorio. Le medie Istat intervengono invece nel caso in cui l'erario non sia convinto di questi chiarimenti. A questo punto dovrebbero partire i 35mila controlli fissati per il 2013. Le verifiche relative al primo periodo d’imposta (il 2009 per la precisione)arriveranno comunque a scadenza alla fine del prossimo anno.

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