Pubblica amministrazione: i dipendenti hanno perso quasi 600 euro dal 2010

Quasi 600 euro in meno: è la cifra che emerge confrontando la retribuzione lorda pro capite dei dipendenti pubblici del 2013, anno a cui l'aggiornamento Istat si ferma, con quella del 2010, inizio del blocco dei contratti nella pubblica amministrazione. Per l'esattezza si tratta di 583 euro in termini correnti, cioè senza considerare l'erosione dovuta all'inflazione. Un busta paga, dunque, molto più leggera, che si spiega in almeno due modi: il primo è il blocco ai rinnovi contrattuali e lo stop alle maturazioni stipendiali; il secondo il freno al turnover nella pubblica amministrazione. Inoltre, secondo gli analisti dell'Istituto, negli ultimi anni i provvedimenti per il contenimento della spesa per il personale hanno comportato flussi di pensionamento di lavoratori con retribuzioni in media più alte rispetto a quelli che rimangono in servizio. Tutto ciò ha determinato non solo una crescita zero, ma anche una diminuzione dell'importo medio calcolato a testa.
Il calcolo del ribasso risulta dal confronto tra quanto percepito mediamente nel 2013 e quanto accadeva invece nel 2010, senza però calcolare gli effetti dell'inflazione, ovvero ignorando il "costo della vita". I calcoli in euro correnti non permettono infatti di distinguere quale sia stato il contributo dell'inflazione sui dati. Per stabilire la perdita in termini reali, sarebbe necessario invece tenere in considerazione anche dell'andamento nel tempo dei prezzi, che consente di stimare la variazione del potere d'acquisto. E, anche se oggi l'inflazione oscilla intorno alla soglia dello zero, non sempre è stato così (1,5% nel 2010, 2,8% nel 2011, 3% nel 2012 e 1,2% nel 2013).
Tornando ai calcoli dell'Istat su conti e aggregati economici delle pubbliche amministrazioni emerge come la retribuzione lorda per dipendente pubblico, pur restando sopra i 30mila euro lordi all'anno, sia passata da 34.662 del 2010 a 34.079 del 2013. Nello stesso periodo il numero di dipendenti è sceso da una media annua di 3 milioni 510 mila a 3 milioni 372 mila (-138mila unità di lavoro equivalenti a tempo pieno).