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Perché la Bce non aumenta più i tassi d’interesse e cosa vuol dire per le rate dei mutui

La Banca centrale europea a dicembre non aumenterà i tassi di interesse, come non lo aveva fatto a novembre, dopo mesi di forti rialzi. L’inflazione è tornata su livelli relativamente bassi, ma è da vedere se ci resterà. Nel frattempo, le rate per chi ha un mutuo da pagare potrebbero smettere di salire, o almeno rallentare.
A cura di Luca Pons
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Anche a dicembre la Banca centrale europea ha deciso di non aumentare i tassi d'interesse: il tasso di rifinanziamento principale resterà al 4,50%, quello sui depositi al 4% e quello sui prestiti marginali al 4,75%. È il secondo mese di fila che la Bce tiene fermi i tassi, come aveva annunciato a inizio novembre. Il motivo è che l'inflazione è tornata ad abbassarsi, anche piuttosto rapidamente (al 2,4% a novembre nell'area euro). D'altra parte, l'aumento dei tassi era partito proprio per contenere la corsa dei prezzi.

Ora la questione diventa se questo calo dell'inflazione durerà anche nei prossimi mesi e se, nel caso, la Bce deciderà di tornare ad abbassare i tassi. Che, va ricordato, influenzano il prezzo delle rate dei mutui, perché possono spingere le banche ad aumentare o diminuire i propri tassi d'interesse. Per il momento, a meno di sorprese, la Banca centrale europea non ha intenzione di riprendere con un aumento: sarà molto delicato decidere quando eventualmente diminuire. Farlo troppo presto potrebbe far ripartire l'inflazione, o almeno questo è il timore.

Come si spiega la decisione della Bce

La Bce resta quindi sui tassi attuali, e potrebbe rimanerci anche per i prossimi mesi, senza alzare e probabilmente senza diminuire, per non creare troppo ‘ottimismo' e rovinare il risultato raggiunto finora. Cosa significherebbe questo per chi ha un mutuo in banca? In linea di massima, che le rate dovrebbero smettere di salire – o almeno rallentare – ma difficilmente scenderanno.

Il motivo per cui una banca centrale aumenta i suoi tassi d'interesse è che questo spinge anche le banche locali a farlo, così aprire un mutuo diventa più costoso, le persone e le imprese sono scoraggiate dal farlo, e l'economia ‘rallenta': man mano che circola meno denaro, anche l'inflazione tende a scendere. Questo, a grandi linee, è il meccanismo che ha spinto il rialzo senza precedenti dell'ultimo anno, di fronte a un tasso d'inflazione che non si vedeva (almeno in Italia) dagli anni Ottanta. Infatti in questo periodo nella zona euro sono diminuiti parecchio i prestiti.

Cosa cambia per chi ha un mutuo e per chi vuole farne uno nuovo

Se i tassi della Bce restano stabili le banche non dovrebbero essere spinte ad aumentare le rate dei mutui. Ogni banca può comunque decidere una propria linea, chiaramente. Ma per chi oggi deve accendere un nuovo mutuo, che sia a tasso fisso o a tasso variabile, sembra probabile che le condizioni resteranno simili nei prossimi mesi, senza peggiorare ulteriormente.

Per chi sta già pagando un mutuo a tasso fisso non cambierà nulla, dato che la rata è fissata nel momento in cui si concorda il prestito. Per chi ha un mutuo a tasso variabile, e negli scorsi mesi ha visto aumenti su aumenti, dovrebbe invece arrivare un periodo di tregua. Almeno per quanto riguarda gli stimoli della Bce, non dovrebbero esserci nuove ragioni per alzare le rate. E anzi, se la traiettoria dell'economia resta quella attuale, nel corso del prossimo anno dovrebbe esserci un primo abbassamento.

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