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Pagamento Assegno Unico a dicembre 2023: date accredito Inps e come regolarizzare l’Isee

L’assegno unico di questo mese verrà accreditato il 18, 19 e 20 dicembre 2023 alle famiglie per le quali la rata non ha subito nessuna variazione, dal 20 al 31 dicembre per chi ha subito una variazione dell’importo rispetto a novembre. I genitori che sono anche percettori del reddito di cittadinanza lo riceveranno dal 27 dicembre 2023 insieme all’Rdc. Vediamo quali nuclei potrebbero vedere ridotti gli importi e come fare per porre rimedio.
A cura di Daniela Brucalossi
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L'assegno unico di questo mese verrà accreditato il 18, 19 e 20 dicembre 2023 a quei nuclei familiari che l'hanno già ricevuto nei mesi scorsi e per i quali la rata non ha subito nessuna variazione. Mentre gli assegni che hanno subito modifiche rispetto al mese precedente saranno accreditati dal 20 al 31 dicembre. Invece, i genitori che percepiscono anche il reddito di cittadinanza e che non hanno ricevuto nessun messaggio di sospensione dall'Inps dopo le ultime disposizionei del governo vedranno accreditato l'assegno unico insieme all'rdc dal 27 dicembre 2023.

Come accaduto anche nel mese di novembre, diversi percettori potrebbero ricevere l'assegno di dicembre con l'importo spettante per ogni figlio ridotto al minimo. Accadrà alle famiglie che nel corso del 2023 hanno presentato un Isee recante omissioni o difformità relative ai dati del patrimonio mobiliare e/o ai dati reddituali dichiarati. Chi si trova in questa situazione può rimediare regolarizzando la propria documentazione entro il 31 dicembre 2023.

Assegno Unico a dicembre 2023: calendario pagamento su carta Rdc e conto corrente

Come ogni mese, anche l'assegno unico di dicembre verrà erogato in diverse tranche:

  • il 16, 17, 20 novembre 2023 a coloro che non hanno subito variazioni nell'importo rispetto a novembre;
  •  dal 20 al 31 dicembre a chi ha subito modifiche nell'importo rispetto a novembre;
  • dal 27 dicembre ai genitori che percepiscono anche il reddito di cittadinanza e non hanno ricevuto nessun avviso di sospensione.

Come controllare i pagamenti dell'Assegno Unico Inps

Per controllare le date di accredito e gli importi che spettano alle famiglie a dicembre 2023 è necessario:

  • accedere alla sezione personale "Fascicolo previdenziale del cittadino” del portale Inps;
  • una volta dentro, cliccare sulla voce "Prestazione";
  • cliccare sulla voce "Pagamenti";
  • selezionare l'anno in corso, il 2023.

Per chi scatta il taglio degli importi a dicembre 2023

Nei mesi scorsi, l'Inps aveva annunciato un taglio degli importi dell'assegno unico per quei nuclei che, nel 2023, avessero presentato Isee “recanti omissioni o difformità relativamente ai dati del patrimonio mobiliare e/o ai dati reddituali dichiarati". Chi si trova in questa situazione potrebbe ricevere l'importo minimo di 54 euro per ogni figlio minorenne a carico e 27 euro per ogni figlio maggiorenne a carico fino ai 21 anni.

Come regolarizzare l'Isee per l'Assegno Unico

In caso di omissioni o difformità nell'Isee, l'Inps avviserà l'utente mediante l’invio di una comunicazione. A quel punto, l'unico modo a disposizione della famiglia per ritornare a percepire importi più sostanziosie e recuperare i soldi non ricevuti a novembre e dicembre sarà di regolarizzare la propria situazione entro il 31 dicembre 2023. Non facendolo, c'è la possibilità che, nel 2024, in sede di conguaglio, l'Inps sottragga al nucleo la somma che ritiene sia stata percepita irregolarmente nel 2023.

Ci sono diverse modalità per mettersi in regola:

  • presentando una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), priva di difformità;
  • richiedendo al Caf intermediario la rettifica della DSU che è stata trasmessa in precedenza, con effetto retroattivo, esclusivamente qualora il Caf abbia commesso un errore materiale;
  • presentando alla struttura Inps territorialmente competente la documentazione idonea per dimostrare la completezza e la veridicità dell’Isee relativamente al componente del nucleo familiare cui sono riferite le omissioni/difformità esposte nella tabella di dettaglio dell’attestazione.

L'Inps spiega che, per quanto riguarda omissioni o difformità nel patrimonio mobiliare, si potrà presentare documentazione giustificativa, quale:

  • la documentazione dell'intermediario finanziario (ad esempio, estratto conto ecc) che provi la correttezza dei saldi e delle giacenze dei rapporti finanziari indicati nella DSU;
  • la denuncia presentata all’Autorità competente in cui si evince che il rapporto finanziario omesso in DSU è stato aperto all’insaputa del titolare del rapporto;
  • la documentazione rilasciata dall’intermediario finanziario che attesta la chiusura del rapporto finanziario omesso in DSU (ad esempio, conto corrente chiuso, vendita di titoli, ecc.) negli anni precedenti a quello di riferimento dei dati patrimoniali esposti nella DSU con omissioni/difformità (ad esempio, per una DSU presentata a gennaio 2023 il rapporto omesso deve essere chiuso prima del 2021; infatti, anche un solo giorno di possesso nel 2021 implica che il rapporto debba essere dichiarato);
  • la documentazione rilasciata dall’intermediario finanziario che attesta l’effettiva assenza del rapporto finanziario omesso in DSU, risultante negli archivi dell’Agenzia delle Entrate per un errore dell’intermediario stesso;la documentazione rilasciata sia dall’istituto di credito sia dalla società di gestione del risparmio, dalle quale risulti sostanzialmente la consistenza del medesimo patrimonio mobiliare;

Per quanto riguarda, invece, il reddito omesso/difforme, l'interessato può presentare la documentazione rilasciata dall’Agenzia delle Entrate che attesti che l’omissione/difformità segnalata nell’attestazione Isee non è più valida (ad esempio, il datore di lavoro ha comunicato all’Agenzia delle Entrate una Certificazione Unica errata) e, pertanto, il valore dichiarato nel Quadro FC8, sez. II, della DSU è corretto.

Come potrebbe cambiare l'assegno unico nel 2024

Nel 2024, l'assegno unico potrebbe subire alcune modifiche. Il governo sta vagliando alcune opzioni, tra cui far scattare dal secondo e terzo figlio le maggiorazioni che nel 2023 sono scattate rispettivamente dal terzo e quarto figlio. Non solo. Sul tavolo c'è anche la possibilità dell'eleminazione di Bpt e buoni postali dal calcolo dell'Isee (essenziale per stabilire quanto spetta a ogni nucleo). Questo abbasserebbe l'Isee, portando ad un piccolo aumento dell'importo dell'assegno unico per un'ampia fetta di famiglie.

All'orizzonte anche la possibilità di un ampliamento della platea beneficiaria. La Commissione europea, infatti, ha inviato al governo italiano una lettera con parere motivato per contestare due requisiti previsti per ottenere l'assegno unico: la residenza in Italia da almeno due anni e la convivenza con i figli. Secondo l'Ue, questa legislazione non tratterebbe i cittadini europei in modo equo e sarebbe quindi discriminatoria.

Inoltre, non rispetterebbe il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale che vieta qualsiasi requisito di residenza per ricevere prestazioni come gli assegni familiari. Dall'invio della lettera con parere motivato, l'Italia ha tempo due mesi per correggere la norma e, per evitare sanzioni, il governo potrebbe decidere di estendere l'assegno anche alle categorie escluse. In caso contrario, la Commissione europea potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Ue.

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