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Manovra, l’emendamento che destina allo Stato l’8 per mille e reintroduce l’IMU per la Chiesa

Devolvere allo Stato le quote dell’otto per mille “non destinate”; pubblicizzare la destinazione statale dell’otto per mille; costituire una commissione governativa e delegare il governo a dare piena attuazione alla sentenza della Corte di Giustizia europea che ha ordinato il recupero dalla Chiesa Cattolica dell’IMU arretrata dovuta allo Stato italiano: ecco le proposte di modifica alla legge di Bilancio avanzate da Riccardo Magi e Riccardo Nencini.
A cura di Annalisa Girardi
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È ricominciato l'esame della manovra in Senato, per valutare il vaglio o meno degli emendamenti presentati alla legge di Bilancio e al decreto Fiscale. Oggi sono stati presentati una serie di emendamenti, illustrati dal senatore Riccardo Nencini (presidente del Partito Socialista Italiano) e dall’onorevole Riccardo Magi (esponente radicale, eletto con +Europa) in una conferenza stampa tenutasi oggi alla Camera dei deputati.

Le proposte di modifica prevedono di devolvere allo Stato per scopi di interesse sociale o di carattere umanitario le quote dell’otto per mille “non destinate”; pubblicizzare la destinazione statale dell’otto per mille; escludere dall’esenzione IMU gli enti non commerciali, inclusi quelli ecclesiastici, se all’interno di essi (o di parte di essi) si svolga, in qualsiasi forma, una attività di carattere commerciale di tipo ricettivo; costituire una commissione governativa e delegare il governo a emanare uno o più decreti legislativi per dare piena attuazione alla sentenza della Corte di Giustizia europea del 6 novembre 2018 che ha ordinato il recupero dalla Chiesa Cattolica dell’IMU arretrata dovuta allo Stato italiano (secondo le stime dell’ANCI, almeno 4 miliardi di euro).

L'8 per mille

Il primo emendamento presentato chiede che "venga destinata interamente allo Stato la quota relativa ai contribuenti che non abbiano effettuato alcuna scelta sulla destinazione dell'8 per mille". Attualmente la legge prevede che tale quota venga ripartita tra i soggetti aventi diritto in misura proporzionale rispetto alle scelte espresse dai contribuenti, con grande vantaggio per la Chiesa cattolica.

Il contributo dell’8 per mille è obbligatorio per tutti, ma solo una parte dei contribuenti specifica la destinazione della quota del gettito Irpef. Secondo una sentenza della Corte dei Conti, il meccanismo avvantaggia i maggiori beneficiari e neutralizza la scelta: "Il sistema risulta non del tutto rispettoso dei principi di proporzionalità, di volontarietà e uguaglianza". Con l’emendamento le risorse relative alle scelte non espresse sono destinate a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale.

Il secondo emendamenton invece stabilisce che la quota a diretta gestione statale sia "destinata, in una misura comunque non inferiore a 5% della disponibilità complessiva per ciascun anno, alla realizzazione di messaggi pubblicitari e al conseguente acquisto di spazi televisivi, radiofonici, della stampa periodica, nonché di altri mezzi di informazione aventi lo scopo di assicurare adeguata informazione ai contribuenti sulla possibilità di scegliere" in sede di dichiarazione dei redditi.

L'IMU alla Chiesa cattolica

"Al fine di dare piena attuazione alla sentenza del 6 novembre 2018 dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea, il governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per ottemperare al recupero degli aiuti illegali concessi sulla base dell’esenzione dell’imposta comunale sugli immobili": con questo emendamento si prevede di recuperare l'IMU non versata dal Vaticano. Un altro emendamento alla manovra, firmato dal Movimento Cinque Stelle, chiedeva di far pagare la tassa sugli immobili alla Chiesa. Elio Lannutti, presentando la proposta, aveva affermato: "Sono tenuti a pagare l'Imposta municipale propria (IMU), nei modi e nei termini stabiliti dalla legge per quell'immobile e tutti gli altri a esso collegati, tutti gli edifici o i complessi architettonici della Chiesa cattolica, di congregazioni religiose che fanno capo alla religione cattolica o di associazioni o società legate alla religione cattolica al cui interno ci sono edifici totalmente o in parte adibiti: a ristorazione a pagamento, a caffetteria a pagamento o a hotelleria a pagamento; all'erogazione di servizi ospedalieri o sanitari a pagamento in percentuale pari o superiore al 30% rispetto al fatturato complessivo dell'azienda". L'emendamento prevedeva anche maggiori controlli sugli edifici della Chiesa: "Tutte le associazioni o società legate alla religione cattolica il cui fatturato è pari o superiore a 100.000 euro annui sono tenute a farsi convalidare i propri bilanci da un certificatore esterno individuati tra i professionisti del settore".

Nella proposta di Magi e Nencini si avanza anche l'ipotesi di creare una Commissione con il compito di controllare che si rispetti la sentenza della Corte europea: "Al fine di dare piena attuazione alla sentenza del 6 novembre 2018 dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea che ordini il recupero degli aiuti illegali concessi sulla base dell’esenzione dall’imposta comunale sugli immobili, con decreto del ministro dell’Economia e delle finanze è istituita una Commissione composta da dodici esperti nelle materie economiche, statistiche, fiscali o giuridico-finanziarie. La Commissione riferisce alle Camere, con cadenza almeno annuale, i risultati delle proprie attività e formula osservazioni e proposte sugli effetti, sui limiti e sull’eventuale necessità di adeguamento della legislazione vigente, in particolare per assicurarne la rispondenza alla sentenzai". 

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