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Manovra, confermato l’accorpamento di Imu-Tasi: cosa cambia con la nuova Local Tax

La nuova strutturazione dell’imposta “non determina l’aumento della pressione fiscale”, che anzi “è ridotta al 75%”. L’aliquota per la nuova Imu sarà dell’8,6 per mille, e di fatto l’imposta verrà trasformata in una Local Tax, in quanto verrà conferito ai sindaci il potere di aumentarla fino a un massimo del 10,6 per mille, di ridurla o addirittura azzerarla.
A cura di Annalisa Girardi
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Nell'ultima bozza della Legge di bilancio è stato confermato l'accorpamento dell'Imu con la Tasi (una tassa comunale che serve a finanziare servizi come l'illuminazione pubblica o la pulizia delle strade). Nella relazione si sottolinea che la nuova strutturazione dell'imposta "non determina l'aumento della pressione fiscale", ma anzi "è ridotta al 75%". L'aliquota per la nuova Imu sarà dell'8,6 per mille, e di fatto l'imposta verrà trasformata in una local tax, in quanto verrà conferito ai sindaci il potere di aumentarla fino a un massimo del 10,6 per mille. Nel 2020 il tetto sarà ultieriormente rialzato fino all'11,4 per mille. Tuttavia, i sindaci avranno anche la possibilità di ridurla o addirittura azzerarla.

Il primo cittadino potrà anche decidere se annullare il prelievo su abitazioni di pregio per i quali la tassa viene applicata anche quando si tratta della prima casa. Per quanto riguarda le case in affitto a canone concordao, queste continueranno a beneficiare di uno sconto del 25% anche con la nuva Imu.

Come informa l'Adnkronos, per quanto riguarda i fabbricati rurali a uso strumentale, l'aliquota di base è pari allo 0,1%: "La disciplina per la quantificazione dl tributo per i fabbricati costruiti e destinati dall'impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, prevede che, fino all'anno 2021, l'aliquota di base è pari allo 0,1 per cento, con facoltà di aumento fino allo 0,25 per cento o di diminuzione fino all'azzeramento da parte degli enti locali". Per i terreni agricoli, invece, l'aliquota base è fissata allo 0,76%, ma i Comuni possono aumentarla fino all'1,06%. Per gli immobili diversi dalla prima casa l'aliquota di base è fissata allo 0,86%: gli enti locali, anche in questo caso, possono aumentarla fino all'1,06% o diminuirla fino all'azzeramento.

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