Ma quale ripresa? Consumi alimentari ai livelli del 1960

Il Paese è uscito dalla recessione? Secondo il governo sì, siamo fuori dal tunnel e si intravedono abbondanti segnali di ripresa. Ma secondo il Rapporto Coop 2013 su Consumi e Distribuzione non è affatto così: siamo ancora nel pieno della crisi e, secondo il numero uno di Coop marco Pedroni, non ci sono ragioni per tanto "facile e ingiustificato ottimismo". Quello descritto dal dossier è infatti un Paese in grande difficoltà: il reddito a disposizione delle famiglie è crollato del 10% in 6 anni e il potere d'acquisto è tornato agli anni '70, tanto che ormai i cittadini sono rassegnati a uno stile di vita "all'insegna della rinuncia".
I consumi delle famiglie, dopo il -4,3% del 2012, nel 2013 caleranno di un altro 2,2%, spiega il vice presidente di AnccCoop, Enrico Migliavacca. In termini di volumi, quelli alimentari dopo il -3,1% del 2012 in questo 2013 scenderanno di un altro -2,2% e di un -0,5% nel 2014. Nel settore non alimentare andrà peggio. Dal -6,3% del 2012 si passerà quest'anno al -7,5% quest'anno, con un altro -6,1% nel 2014. Si taglia su tutto, il 54% delle famiglie compra solo l'essenziale e dimentica il superfluo. Ma il segno meno, più nello specifico, riguarda praticamente tutti i settori: biscotti e cereali scendono dell'11%. Vini e aperitivi rispettivamente del 4 e 5%. il consumo di sigarette è quello del 1973 e quello del caffè è calato del 21%. Ci si salva col sesso: al calo della vendita di profilattici (-3,7% in due anni), sono in controtendenza Viagra e simili (+7,6%) oltre al cosiddetto sexual entertainment: +6,4% nell'ultimo anno. Quanto a spesa pro capite, quella dedicata ai generi alimentari è tornata coi suoi 2.116 euro agli Anni 60. In 40 anni il cibo è sceso dal 35 al 15% dei consumi totali.
Il 52% degli italiani cerca prodotti in promozione, il 30% compra di meno, il 21% passa a marchi economici . Per l'81% della popolazione (in Europa solo per il 63%) sono cambiate le abitudini a tavola e non solo. Rispetto al 2008 crollano gli acquisti di carne di manzo e vitello (-12,9%), idem per il pesce (-11,3%) e trionfa il pollo (+14,4%). Meno primi piatti (-1,8%) più uova, farina e preparati (+9,9%). Ultima curiosità: per la crisi gli uomini si fanno ricrescere la barba. Rispetto al 2008 si vende il 22,7% in meno di lamette.