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Lo spread torna sopra i 500 punti. E l’asta dei bot a 6 mesi fa segnare rendimenti record

Interesse del 6,5% sui Bot a 6 mesi, piazzati nell’asta odierna. Mercati in fibrillazione per l’opposizione della Germania agli Eurobond e al declassamento del debito ungherese.
A cura di Alfonso Biondi
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Interesse del 6,5% sui Bot a 6 mesi piazzati nell'asta odierna. Mercati in fibrillazione per l'opposizione della Germania agli Eurobond e al declassamento del debito ungherese.

Lo spread tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi torna a superare la pericolosa soglia dei 500 punti, attestandosi al momento a quota 510. I Btp a 10 anni rendono il 7,3%, quelli a 2 anni il 7,49%, livelli mai raggiunti dall'introduzione della moneta unica. I mercati, nonostante l'insediamento del governo Monti, continuano a nutrire seri dubbi sulla solvibilità del debito da parte non del nostro Paese e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

Questa mattina sono stati messi all'asta 8 miliardi di Bot a 6 mesi- tutti piazzati- il cui rendimento è schizzato a quota 6,5% . Un interesse altissimo, mai così alto dal 14 giugno del 1997, quando si attestò a quota 6,57%; altissimo anche se paragonato a quello dello scorso mese (3,53%). Rendimenti vertiginosi anche per i certificati del tesoro zero-coupon (Ctz) a 24 mesi che agli investitori renderanno il 7,81%; anche qui l'interesse si avvicina alla quota shock del 7,99% fatta segnare nel settembre del 1996.

E le cose non vanno meglio a Piazza Affari , dove l'ultima rilevazione fa segnare una perdita del 2%. Il trend negativo, anche se in misura minore, coinvolge tutte le principali piazze del Vecchio Continente: Francoforte brucia lo 0,45%, Londra lo 0,39%, Parigi lo 0,49%.  Apprensione anche per quanto riguarda la borse asiatiche, con Honk Kong che chiuso bruciando l'1,37%, Shanghai che ha perso lo ,72%, Seul che la lasciato sul terreno l'1,04% e Tokyo che, invece, ha chiuso invariata.

Le incertezze dei mercati sono dovute essenzialmente alla ferma opposizione da parte del governo tedesco di emettere obbligazioni comunitarie (i cosiddetti Eurobond) e alla decisione di Moody's di declassare il rating dei titoli di Stato ungheresi a junk bond, cioè a titoli spazzatura. I mercati si attendono risposte immediate non solo dall'Italia ma da tutta l'Eurozona, dove la crisi del debito rischia di avere conseguenze davvero catastrofiche.

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