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L’Italia è terzultima in Europa per crescita del Pil nel primo trimestre del 2022

Secondo gli ultimi dati di Eurostat, il nostro Paese è terzultimo all’interno dell’Eurozona per crescita del Pil nel trimestre che va da gennaio a marzo 2022.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il Pil italiano, nonostante non sia ancora in territorio negativo, va molto più lento rispetto a quello degli altri Paesi europei. Il nostro Paese è infatti terz'ultimo tra le nazioni dell'Eurozona per la crescita registrata nel primo trimestre dell'anno. Emerge questo dalle ultime stime sul prodotto interno lordo di Eurostat. Tra gennaio e marzo, il Pil italiano è cresciuto dello 0,1%, stessa performance dell'Estonia. Peggio hanno fatto solo la Francia, il cui pul è sceso 0,2%, e i Paesi Bassi, la cui crescita è ferma. Nelle ultime posizioni anche Germania e Spagna, con rispettivamente un aumento dello 0,2% e dello 0,3%.

Male anche il trend sull'occupazione: rispetto al trimestre precedente, il numero di occupati in Italia è rimasto fermo al palo (nessuna crescita), assieme all'Irlanda. Riviste al rialzo, però, le stime sulla crescita del Pil e dell'occupazione in generale nell'Eurozona. Nel primo trimestre del 2022, rispetto alla fine dello scorso anno, c'è stata una crescita dello 0,6%, rispetto allo 0,3% della stima flash pubblicata a metà maggio. Per l'insieme dei Paesi Ue la stima di Eurostat è invece passata dallo 0,4% allo 0,7%. Rivisti anche i dati sul numero degli occupati: gli incrementi sono passati dallo 0,5 % (Eurozona) e 0,4% (Unione europea) delle stime flash a, rispettivamente, più 0,6% e più 0,5%.

Nell'Eurozona il Pil dovrebbe passare dal 5,3% del 2021, al 2,6% del 2022 e poi crescere dell'1,6% nel 2023. Quanto all'Italia, dopo il forte slancio del 2021 (+6,6%), si prevede una crescita al 2,5% nel 2022 e all'1,2% nel 2023. Sul fronte inflazione, osserva poi l'Ocse, nel nostro Paese è cresciuta complessivamente al 7,3% nel mese di maggio, "trainata dall'incremento dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari". L'inflazione alimentare, avverte l'organizzazione parigino, "dovrebbe restare elevata per tutto il periodo considerato dalle previsioni economiche" e "gli incrementi dei salari non compenseranno completamente la spesa che le famiglie dovranno sostenere in ragione dell'aumento del costo della vita".

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