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Juncker: “Per ora non sanziono l’Italia, credo nelle riforme”

Jean-Claude Juncker spiega perché ha deciso di non punire i Paesi che non rispettano il Patto: “Se sei presidente della Commissione europea devi saper ascoltare i Paesi e i loro governi”.
A cura di Susanna Picone
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Jean-Claude Juncker, nella sua prima intervista da presidente della Commissione europea concessa a un gruppo di quotidiani europei, ha illustrato la nuova filosofia con cui intende guidare la Ue. Secondo  quanto anticipato da Repubblica, Jucker ha spiegato perché, quando oggi la Commissione presenterà i risultati degli esami dei bilanci dei Paesi membri, nessuno dei sette che pure violano le regole del Patto, tra cui la Francia, la Spagna e l'Italia, verrà sanzionato. “Se sei presidente della Commissione europea – ha detto Juncker –  devi saper ascoltare i Paesi e i loro governi”. Il presidente della Commissione europea ha affermato che è suo compito capire cosa sta succedendo anche nella politica interna di ciascun Paese, e dunque di aver scelto di non sanzionare: “Sarebbe stato facile punire i Paesi che non rispettano le regole del Patto: bastava applicare le procedure previste. Ma io ho scelto di lasciarli parlare. E di ascoltare”.

Juncker ha anticipato che l’analisi sarà “approfondita e per nulla compiacente” e che per alcuni Paesi saranno necessari sforzi supplementari. “Ma un conto – ha continuato il presidente – è dire chiaramente come e perché non si rispettano gli impegni del Patto. Un altro è punire con sanzioni e procedure. Del resto da Italia, Francia e Belgio abbiamo ricevuto lettere con impegni precisi e circostanziati”. “Per due volte negli ultimi mesi il Consiglio europeo ha detto chiaro che non si cambiano le regole della disciplina fiscale. Se qualcuno continua a chiedere di cambiare le regole, è fuori dalla realtà”, ha comunque confermato Juncker, che però ha sottolineato l’importanza delle riforme per migliorare la competitività e la capacità di crescita. E in questo senso, nei prossimi mesi, Juncker si è detto convinto che sia l’Italia che la Francia faranno riforme importanti.

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