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Istat: in un anno 242mila occupati in più (soprattutto tra over 50)

L’istituto italiano di statistica, nell’ultimo rapporto sul mercato del lavoro, ha rilevato una crescita del tasso di occupazione nel segmento 50-64 anni, a scapito dei più giovani.
A cura di Charlotte Matteini
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Aumenta l'occupazione nel segmento 50-64 anni a fronte di un lieve calo per 15.34enni e 35-39enni. È quanto sostiene l'ultimo rapporto sul mercato del lavoro pubblicato dall'Istat. Secondo l'istituto di statistica, ci sarebbe un lento miglioramento sul fronte occupazionale e nel primo trimestre del 2016 si è registrato un aumento dell'occupazione pari al +0,1%. Al netto dei lavoratori stagionali, quindi, in Italia sono 22 milioni e 558 mila le persone che risultano essere occupate. Tra gennaio e marzo di quest'anno, il trend ha registrato un incremento dei dipendenti a tempo indeterminato pari al +0,5% – ovvero 75.000 unità – a fronte della diminuzione del numero di dipendenti a termine del -2,4%, pari a 57.000 contratti rescissi.

"Divaricazioni si osservano anche in relazione alle dinamiche degli occupati per classe di età, con un aumento per i 50-64enni a fronte di lievi diminuzioni per i 15-34enni e per i 35-49enni", sottolinea l'Istat. Il tasso di disoccupazione, secondo quanto si evince dal rapporto trimestrale, rimane stabile all'11,6%, quello di inattività cala invece di -0,1%, attestandosi al 35,7%. Prospettive in leggero miglioramento, ma che rimangono comunque distanti da quel 10,2% di tasso di disoccupazione registrato in area Ue. Anche per quanto riguarda il segmento under25 la situazione sembra non essere rosea: rispetto al 21,1% di ragazzi senza impiego, l'Italia si attesta al quart'ultimo posto con un tasso di disoccupazione pari al 36,9%. In generale, l'occupazione in Italia, rispetto al primo trimestre dello scorso anno, è cresciuta con un incremento pari a 242 mila occupati in più, ovvero +1,1% di aumento su base annua. "Il contributo decisivo viene dall'occupazione a tempo indeterminato (+341 mila) a fronte della sostanziale stabilità di quella a termine e del calo degli indipendente. L'incremento è maggiore per il lavoro a tempo parziale", ha specificato Istat.

Il dato, spiega il Sole24Ore, sarebbe particolarmente interessante perché con l'ultima Legge di Stabilità approvata dall'Esecutivo Renzi è stata introdotta una nuova forma di incentivo dedicata alle assunzioni a tempo indeterminato, meno accattivante rispetto al bonus inserito nella finanziaria del 2015 e destinato alla conversione dei contratti atipici nei nuovi indeterminati introdotti dal Jobs Act. "La misura dell'agevolazione prevede l'abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro) per un biennio. Mentre nel 2015 l'esonero contributivo era totale (sempre esclusi i premi Inail), con un tetto di 8.060 euro", si legge nell'articolo.

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