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Istat, a maggio rimbalza la produzione industriale su aprile: ma da inizio anno è crollata del 20%

Arrivano i dati dell’Istat sulla produzione industriale italiana. Che a maggio rimbalza rispetto al mese di aprile, ancora sotto pieno lockdown. Ma ciò non significa che la crisi economica sia passata: “Dopo la forte flessione registrata ad aprile, a maggio si assiste ad una significativa ripresa delle attività. Ma il livello della produzione risente ancora della situazione generata dall’epidemia di Covid-19: l’indice generale, al netto della stagionalità, presenta una flessione del 20,0% rispetto al mese di gennaio”.
A cura di Annalisa Girardi
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A maggio la produzione industriale in Italia torna a crescere. Ma solo rispetto al mese di aprile: se si guarda alla variazione annua, i dati sono profondamente negativi. Lo afferma l'Istat che, tenendo conto del diverso numero di giorni lavorativi, evidenzia come a maggio 2020 l'attività produttiva italiana mostri comunque un calo del 20,3% rispetto allo stesso periodo nell'anno precedente. In altre parole, anche se a maggio si è registrato un rimbalzo del 42,1% rispetto al mese di aprile, l'emergenza coronavirus e il conseguente lockdown pesano ancora molto sull'economia italiana.

"Dopo la forte flessione registrata ad aprile, mese caratterizzato dalle chiusure in molti settori produttivi in seguito ai provvedimenti connessi all’emergenza sanitaria, a maggio si assiste ad una significativa ripresa delle attività: tutti i comparti sono in crescita congiunturale, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco, che registra una leggera flessione"si legge nel rapporto dell'Istat. Che però, come anticipato, specifica: "Ma il livello della produzione risente ancora della situazione generata dall’epidemia di Covid-19: l’indice generale, al netto della stagionalità, presenta una flessione del 20,0% rispetto al mese di gennaio, ultimo periodo precedente l’emergenza sanitaria".

L'indice destagionalizzato mensile riportato dall'Istat mostra degli aumenti congiunturali in tutti i comparti: "Aumentano in misura marcata i beni strumentali (+65,8%), i beni intermedi (+48,0%), i beni di consumo (+30,8%) e, con una dinamica meno accentuata cresce l’energia (+3,4%)". Allo stesso tempo, però, tutti i settori di attività economica registrano delle diminuzioni tendenziali. Le più gravi sono quelle che hanno colpito quello della fabbricazione dei mezzi di trasporto (-37,3%). Crolla anche quello delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-34,1%). Anche la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche subisce un calo del 24,8%. I numeri migliorano, sebbene siano comunque negativi, per la produzione di farmaci (-4,2%) e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (-5,2%).

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