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In Germania si processa la politica economica della Bce

Al via in Germania il procedimento della Corte Costituzionale tedesca per accertare se con il programma di acquisto di titoli di stato dei Paesi in difficoltà la Banca centrale europea abbia violato il suo mandato.
A cura di Antonio Palma
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In questi giorni grande attesa in Germania per l'inizio del cosiddetto processo alla Bce con il quale la Corte Costituzionale tedesca intende verificare la legittimità delle politiche monetarie messe in atto dall'Eurotower. L'Alta Corte tra mercoledì e giovedì infatti ascolterà alcuni tra i massimi vertici economici e finanziari tedeschi per capire se effettivamente vi siano gli estremi per proseguire nella vicenda o archiviare il caso. In particolare nel mirino della Germania c'è l'OMT, il piano di aiuti voluto dal Presidente Mario Draghi per porre freno alla salita dello spread dei Paesi europei in difficoltà e con cui la Banca centrale europea si è impegnata ad acquistare titoli di stato in caso di necessità.

Tra gli altri la Corte Costituzionale tedesca ascolterà il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann e l'unico membro tedesco del board della Bce, Jörg Asmussen. La decisione finale, che arriverà solo tra qualche mese, non avrà effetti diretti sulla Bce visto che la Corte non ha formalmente alcun potere sull'organo europeo ma si capisce benissimo che avrà effetti politici non di poco conto sul rapporto tra il governo tedesco e l'Ue. Il procedimento giudiziario infatti è nato sull'onda di un'altra contestazione che riguardava la costituzionalità del nuovo fondo salva stati europeo, e rappresenta solo l'ultimo assalto alla Bce da parte degli agguerriti ricorrenti che temono che sarà proprio la Germania a pagare per gli altri Paesi in caso di applicazione concreta di queste misure.

In realtà fino ad oggi l'Omt non è stato mai applicato né nessuno Stato lo ha richiesto. Per quanto riguarda il fondo salva stati invece i finanziamenti sono sempre elargiti dietro accordi molto restrittivi e il contributo tedesco, certamente il più grande, non è l'unico perché grosse percentuali di finanziamento arrivano anche da Francia e Italia. A ben vedere sul banco degli imputati è più che altro la forza decisionale della Bce che non è vista di buon occhio da buona parte del mondo economico tedesco. Fino ad oggi la corte tedesca ha sempre rigettato le contestazioni ma se dovesse ritenere valido il ricorso dovrebbe poi trasmettere gli atti alla Corte Europea di Giustizia di Strasburgo, che stabilirà definitivamente se la Bce ha agito fuori dai limiti stabiliti dai trattati europei.

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