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I giovani disoccupati nel mondo sono più di 73 milioni

E’ quanto emerge dal Rapporto dell’International Laour Organization per il 2013. A livello mondiale il numero di senza lavoro nella fascia 15-24 è cresciuto di 3,5 milioni rispetto al 2007. Una situazione che va a modificare le abitudini nel mercato lavorativo, costringendo molti ragazzi ad accettare il primo lavoro disponibile e crea una folla di sfiduciati.
A cura di Biagio Chiariello
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La disoccupazione rimane uno dei mali più gravi della società moderna e ossessiona soprattutto i giovani. In tal senso, il bilancio globale è disastroso: nel mondo ci sono 73 milioni di giovani senza un lavoro. L'allarme è stato lanciato dalla International Labour Organization (ILO), dipartimento dedicato al lavoro delle Nazioni Unite, che ha parlato di "situazione insostenibile". L'ultima edizione del Global Employment Trends for Youth ha messo in luce che"il tasso di disoccupazione giovanile a livello globale continua a crescere e dovrebbe raggiungere il 12,8% entro il 2018″.Secondo gli esperti sono 73,4 milioni i giovani attualmente senza un'occupazione, 3,5 milioni in più rispetto alla crisi del 2007. "Dietro questo dato, che peggiora sempre di più, si prospetta uno scenario anche peggiore che rivela nelle economie avanzate una disoccupazione persistente, una proliferazione di posti di lavoro temporaneo e un aumento di giovani scoraggiati; mentre nei paesi in via di sviluppo predominano posti di lavoro di bassa qualità, informali e al limite della sussistenza".

Le prospettive per il futuro sono tutt'altro che ottimistiche, dal momento che l'ILO, oltre a stimare una crescita del tasso di disoccupazione negli anni a venire, prevede che vi saranno delle gravi disparità fra economie avanzate e Paesi emergenti, con la percentuale di senza lavoro nella fascia 15-24 che sarà soggetta ad una elevata crescita in queste zone. Nel rapporto viene evidenziato come, effettivamente, vi siano zone dove la crisi economica contribuisce ad acuire i tassi di disoccupazione giovanile: in Europa è attorno al 18,1%, e dovrebbe rimanere al di sopra del 16% almeno sino al 2018. Ma la situazione è anche peggiore in Medioriente, dove il tasso è lievitato al 28,3% e salirà, secondo le stime, attorno al 30% entro i prossimi cinque anni. "Queste cifre sottolineano la necessità di dare la priorità a politiche orientate verso la crescita e verso la realizzazione di progressi importanti in materia di educazione e formazione professionale", ha detto oggi José Manuel Salazar-Xirinachs, vice direttore dell'Ufficio internazionale del lavoro.

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