“Guarda, c’è il diavolo sulla banconota da 50 euro”: la teoria virale dalla Bulgaria. Interviene la BCE

C’è chi lo vede tra le pieghe di una banconota da 50 euro: un volto cornuto, sinistro, quasi la caricatura di un demonio. Non è l’ultima trovata di un artista contemporaneo, ma la teoria che in queste settimane sta circolando in Bulgaria, tra gruppi religiosi e movimenti contrari all’ingresso del Paese nella moneta unica. Un video virale spiega come, piegando il biglietto in un certo modo e avvicinandolo a uno specchio, emergerebbe la sagoma del “maligno”.
La vicenda ha del surreale, ma ha trovato terreno fertile in un contesto politico e sociale particolarmente agitato. Nel 2026 il lev lascerà il posto all’euro, a diciotto anni dall’ingresso della Bulgaria nell’Unione europea. Eppure, i sondaggi raccontano di una maggioranza ancora contraria: oltre il 65% dei cittadini ritiene che il Paese non sia pronto al cambiamento. A guidare la protesta è il partito ultranazionalista “Rinascita”, già protagonista di cortei a Sofia e in altre città contro il governo e contro Bruxelles. Il leader Kostadin Kostadinov ha invocato la difesa della moneta nazionale come baluardo di identità, mentre l’eurodeputato Petar Volgin ha ribadito che le scelte decisive devono restare nelle mani della Bulgaria e non di poteri stranieri.
In questo scenario, la leggenda del diavolo stampato sulla banconota si è trasformata in un’arma simbolica contro la moneta europea. Dai canali social a TikTok, l’immagine del presunto demone ha conquistato visualizzazioni e commenti, alimentando la narrativa di chi teme l’arrivo dell’euro come una minaccia non solo economica ma addirittura spirituale.
A fare chiarezza è dovuta intervenire la Banca Centrale Europea. Interpellata dall’emittente bulgara Bnr, l’istituzione di Francoforte ha negato categoricamente qualsiasi messaggio occulto: il design della moneta unica, hanno ricordato i portavoce, si fonda sul tema “epoche e stili”. Porte e finestre sul fronte delle banconote rappresentano apertura e cooperazione, mentre i ponti sul retro simboleggiano il dialogo tra i popoli europei e con il resto del mondo. Le immagini che qualcuno intravede piegando i biglietti non hanno alcuna intenzionalità e sono il risultato di casuali combinazioni grafiche.
Il fenomeno ha un nome preciso: pareidolia. È la stessa illusione che ci fa riconoscere volti nelle nuvole o figure negli oggetti quotidiani. Solo che in Bulgaria, in un clima politico teso e diffidente, quella suggestione si è trasformata in un caso mediatico, sfruttato per mettere in dubbio la legittimità della moneta unica.
Resta un paradosso curioso: banconote concepite per rappresentare unità e cooperazione sono finite al centro di una narrazione che evoca complotti e presenze demoniache. E se dietro il volto del diavolo non ci fosse altro che la paura del cambiamento, amplificata da social network e propaganda?