Cina, crolla la borsa di Shanghai: -6%. Tengono i mercati europei

Le fibrillazioni sui mercati finanziari cinesi non si arrestano: la Borsa di Shanghai perde stamattina più del 6% a causa dei timori che la Banca Centrale di Pechino riduca le misure di supporto alla ripresa economica alla luce di dati migliori delle aspettative sul fronte del mercato immobiliare. Secondo gli esperti, infatti, il crollo dei mercati – l'ennesimo dalla metà di giugno – non sarebbe collegato alla strage di Bangkok, bensì ad altri fattori. A far iniziare le vendite sulle Borse cinesi è stata la massiccia iniezione di liquidità della Banca centrale che ha riversato sul mercato oltre 17 miliardi di euro con operazioni pronti contro termine: i funzionari finanziari stanno con ogni probabilità cercando di riallocare le loro risorse svendendo l'azionario.
Le conseguenze sui mercati del resto del mondo non si sono fatte attendere. Tokyo ha chiuso in calo dello 0,32, mentre la borsa thailandese il giorno successivo dell'attentato a Bangkok perde il 2%, spinta al ribasso dalle imprese del settore turistico, vitale per l'economia del paese e vero obiettivo dell'attacco terroristico. La valuta locale, il Bath, è scivolata ai minimi da 6 anni contro il Dollaro. Stabile invece il cambio dell'Euro sul dollaro: il rapporto di cambio è indicato a 1,1070. Nel frattempo in apertura di giornata i listini del Vecchio Continente non subiscono scossoni. Londra, Parigi e Francoforte guadagnano intorno a un decimo di punto percentuale, mentre a Milano l'indice principale non si discosta troppo dalla parità: +0,04%.
Scende ancora sui mercati asiatici il prezzo del petrolio: il greggio statunitense è di nuovo sotto i 42 dollari a barile, il livello più basso degli ultimi 6 anni. Per quanto riguarda i titoli di stato il rendimento dei nostri Btp decennali è all'1,75%, e il divario rispetto agli analoghi titoli tedeschi è stabile a 113 punti base.