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Catasto, Irpef, Irap e Iva: cosa c’è nella delega fiscale vicina all’approvazione finale

Dopo l’ok della Camera della delega fiscale è passato al Senato, dove si attende l’approvazione definitiva: tutti i contenuti della delega dal catasto all’Irpef, passando per Irap e Iva.
A cura di Giacomo Andreoli
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Dopo quasi un anno di polemiche la delega fiscale da assegnare al governo sta per essere approvata in via definitiva. Dopo la convergenza trovata tra le forze di maggioranza e l'ok della Camera, infatti, il testo è passato al Senato. Con il sì in seconda lettura di Palazzo Madama il testo diventerà legge e il governo avrà 18 mesi di tempo per approvare i decreti attuativi. La riforma del fisco toccherà diversi ambiti: dalla revisione del catasto, all'Irap, passando per Irpef e Iva.

L'obiettivo della maggioranza e dell'esecutivo è abbassare la pressione fiscale su famiglie e imprese, rendendo contemporaneamente il fisco più efficiente, con una riscossione delle tasse più rapida e una minore evasione fiscale, in linea con gli obiettivi previsti dal Pnrr, a cui in questo modo la delega si aggancia. Se però il via libera del Senato dovesse slittare a dopo la pausa estiva si rischia un rallentamento sui decreti attuativi, vista la coincidenza con il periodo dedicato alla stesura della Legge di Bilancio.

Cosa prevede la versione finale della riforma del catasto

Sul catasto s'è stato il più duro braccio di ferro tra le anime della maggioranza. Nella versione attualmente in discussione al Senato il governo viene delegato a rivedere le rendite catastali degli immobili (su cui si basa il calcolo delle tasse sulla casa) che si trovano in tutto il territorio nazionale. Si farà dunque una mappatura generale che punta a far emergere gli edifici irregolari e "fantasma", che non rispettano la legge e su cui non vengono pagate le tasse. Per farlo uffici comunali e Agenzia delle Entrate dovranno creare strumenti organizzativi e modelli per rendere più facile l'individuazione e la corretta classificazione degli immobili. L'opera di revisione dovrà essere completata entro il 1° giugno del 2026, con le nuove informazioni presenti nel catasto che non dovranno determinare la base imponibile delle tasse, né cambiare agevolazioni e benefici fiscali. Per ogni immobile, quindi, verrà rideterminata la rendita catastale e la rendita determinata usando i criteri in materia di tariffe d'estimo degli edifici urbani, ma non il valore patrimoniale. In pratica: niente aumento delle tasse (come l'Imu) e niente base per far crescere l'Isee.

Questa riforma, secondo gli esperti di estimo catastale e Real estate intervistati da Fanpage.it, aiuterà a far emergere le irregolarità e frenare l'abusivismo, ma non rideterminerà in modo corretto il valore degli immobili, così da far "permanere le ingiustizie e anzi farle aumentare ulteriormente". Al momento esistono infatti molti edifici di pregio nel centro delle città con un basso estimo catastale (in quanto antichi e quindi con tasse da pagare non alte) e immobili nuovi in periferia con valori decisamente più vicini ai prezzi di mercato (con tributi in proporzione più pesanti).

Delega fiscale, i provvedimenti su Irpef e Iva

Nella versione approdata al Senato della delega fiscale sono stati eliminati i riferimenti al cambiamento delle aliquote per i redditi da capitale e per l'Irpef sui redditi da lavoro (il cosiddetto "sistema duale"). La precedente versione introduceva aliquote temporanee sui redditi da capitale, del 15% e del 26%, per poi arrivare ad un'unica (probabilmente al 23%). Interessi e dividendi, invece, rimarranno tassati al 26%. Così l'Irpef rimarrà con i quattro scaglioni del 23%, 25%, 35% e 43%, come previsto dall'ultima legge di Bilancio, senza un modello più progressivo vicino a quello tedesco (con decine di aliquote sempre più grandi al crescere del reddito, senza salti di valore netti). Ci sarà però lo scivolo di due anni sulla flat tax voluto dalla Lega. Per le partite Iva con reddito tra 65mila e 100mila euro la tassazione agevolata (in questo caso a poco più del 15%) durerà due anni, per poi rientrare nel regime ordinario. Autonomi e imprenditori, poi, avranno una più equa ridistribuzione del carico fiscale nel corso del tempo, anche tramite una progressiva mensilizzazione di acconti e saldi e tramite, forse, una riduzione delle ritenute d'acconto.

Inoltre saranno armonizzate le tasse sul risparmio, con plusvalenze e minusvalenze su titoli o dividendi che rientreranno nella stessa identica categoria fiscale dei redditi da capitale. Per completare il capitolo Irpef è prevista una revisione delle addizionali comunali e regionali, che saranno sostituite con altre sovraimposte (che saranno applicate al debito d’imposta e non, come nell’attuale sistema, alla base imponibile del tributo erariale). Comuni e Regioni avranno comunque margini di manovra, come avviene oggi per le addizionali.

Ci sarà quindi una, ancora non definita nel dettaglio, "razionalizzazione e semplificazione dell’Iva", con la revisione dell’imposta che dovrà tenere conto dell’impatto ambientale dei prodotti su cui si applica. Si interverrà su numero e livello delle aliquote, ma il governo non dovrebbe far aumentare la tassazione indiretta su beni e servizi. In pratica la tassa dovrebbe essere rimodulata a seconda del bene su cui viene applicata senza costi per lo Stato. Si parla di un aumento sui beni di lusso e la riduzione su quelli di largo consumo.

L'eliminazione dell'Irap e la nuova riscossione delle tasse

L'Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) dovrà essere gradualmente superata con una serie di misure dell'esecutivo, dopo l'abolizione per le persone fisiche e le ditte individuali. Ma visto che la tassa al livello regionale serve per finanziare la sanità pubblica, l'esecutivo dovrà sempre garantire le risorse necessarie a non far diminuire i fondi. Si partirà con l'eliminazione della tassa per società di persone, studi associati e società tra professionisti. Gli interventi compensativi del governo per non far diminuire le entrate non dovranno colpire redditi da lavoro dipendente o da pensione. Nella delega ci sono anche interventi per semplificare e far pesare meno su alcune aziende l'Ires e l'Iri.

Infine cambierà il sistema di riscossione delle tasse, con nuovi obiettivi per risultati, la rideterminazione del sistema di remunerazione dell’Agente della riscossione e l'uso di tecnologie innovative (compresa l'intelligenza artificiale) da affiancare ai dati derivanti dalla fatturazione elettronica (ora obbligatoria anche per le partite Iva in regime forfettario) per combattere l'evasione fiscale. Sempre per ridurre l'evasione verrà accelerata l’integrazione delle banche dati per controlli incrociati. Inoltre verranno trasferite le funzioni e le attività svolte dall’Agente nazionale della riscossione all’Agenzia delle entrate. Assieme a questo dovrebbe essere creato un unico Codice Tributario in cui sono racchiuse tutte le disposizioni legislative vigenti sulle tasse.

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