Bollette dell’acqua, uno su 20 non le paga: buco da 3.8 miliardi

L’Italia ha un conto non pagato, alla voce “acqua“, da 3,8 miliardi di euro. Più o meno come l'Imu sulla prima casa. In pratica, a non pagare le bollette è il 4,3% degli utenti, quasi uno su 20. E la percentuale si alza, raddoppiando (8%), se si guarda solo al Sud. E ciò che più fa pensare è il fatto che l'"evasore" è lo Stato. Comuni e Regioni, scuole, ospedali. Ovvero coloro a cui, per legge, non si può staccare la spina anche se non pagano per anni, perché fanno un servizio al pubblico. E' quanto riporta oggi il Corriere della Sera, sulla base dei dati di Federutility, la federazione delle imprese energetiche e idriche:
Nella lista dei peggiori pagatori la pubblica amministrazione viene superata solo dai cosiddetti utenti di servizi all’ingrosso, grandi consumatori come le industrie e i distretti artigiani. Per loro il tasso di mancato incasso dopo 24 mesi, definizione burocratica di morosi, arriva al 23,6%. Ma al secondo posto ci sono le amministrazioni locali con l’8% e poi quelle centrali con il 6,5%. Molto peggio dei comuni mortali, gli utenti domestici, dove la morosità si ferma al 3%. L’acqua bene comune, l’acqua non si deve vendere, come da referendum valanga di due anni fa. Con il paradosso che poi è il pubblico a non pagarla. C’è una spiegazione, naturalmente.
Come detto, le utenze della pubblica amministrazione sono per legge "non disalimentabili", cioè non possono essere staccate nemmeno se non si paga da anni:
Ma alla fine il buco si scarica sulle aziende del settore e, soprattutto, su una rete colabrodo che perde per strada un terzo dell'acqua. "Sono certamente necessarie forme di sostegno verso chi non paga per situazioni di disagio – dice il direttore di Federutility Massimiliano Bianco – ma ben altro fenomeno è quello di chi non paga per abitudine o per scelta. Le cifre dimostrano che non è un problema di importi". In effetti per la bolletta della luce, molto più cara rispetto a quella dell'acqua, i morosi sono molti meno, l'1,2%. Per questo la federazione mette sul tavolo una serie di proposte di cui si parlerà al Festival dell'Acqua, in programma all'Aquila per i primi di ottobre. In ordine sparso: il deposito cauzionale di tre mesi al momento della firma di un nuovo contratto, l'inserimento in tariffa delle perdite considerate fisiologiche. Oppure i cosiddetti contatori intelligenti – che gestiscono le utenze a distanza, distacchi compresi – per i quali l'Autorità per l'energia ha appena avviato una sperimentazione.