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Banche, crisi infinita: Ubi taglia 2mila posti di lavoro in due anni

Il nuovo piano di Ubi banca prevede la riduzione di personale dell’istituto per circa 2030 risorse, “incluse le circa 300 persone già oggetto dell’accordo sindacale del dicembre 2019”, e il cui costo è già stato riconosciuto nei risultati di fine anno. Lo annuncia la banca nel suo piano al 2022.
A cura di Susanna Picone
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Più di duemila persone in uscita entro il 2022. Ubi Banca taglia il numero dei dipendenti e al tempo stesso promette di "garantire un parziale ricambio generazionale". Nel nuovo piano industriale presentato a Milano, la banca annuncia la riduzione di personale per circa 2.030 persone. Di queste però 300 sono già in uscita grazie a un accordo sindacale del dicembre 2019, il cui costo, fa sapere l'istituto bancario, è già stato riconosciuto nei risultati di fine anno. Nel piano di Ubi Banca è prevista anche l'esecuzione di "iniziative immobiliari", tra cui la razionalizzazione e il consolidamento delle sedi direzionali, e la chiusura di 175 "filiali non strategiche". La banca ha intenzione di "razionalizzare" anche la sua presenza su Milano e di vendere immobili non strumentali. Il 40 percento delle filiali del gruppo sarà ristrutturato con investimenti tecnologici abilitanti, un "right sizing" di sedi direzionali e uffici per ridurne i costi gestionali e la dismissione di una parte del patrimonio classificato come non strumentale. L’obiettivo a cui mira la banca è un utile netto di 665 milioni di euro nel 2022.

Ceo di Ubi Banca: "Ci lasciamo alle spalle decennio di crisi" – "Il triennio di piano rappresenta in modo simbolico il lasciarsi alle spalle un decennio di crisi che la banca peraltro ha affrontato con resilienza – ha dichiarato il ceo Ubi Banca Victor Massiah – Basandosi su un approccio conservativo per gli scenari futuri, la banca è convinta di avere tutte le capacità di evolvere il proprio modello di business al servizio di azionisti, clienti, personale e del contesto ambientale in cui opera". "Il Piano Industriale 2022 parte da basi solide – ha aggiunto – costruite con la partecipazione e l'impegno di tutte le persone di Ubi. I risultati del 2019 infatti sono stati decisamente positivi. Le misure prese in corso d'anno hanno consentito il raggiungimento di un ratio di crediti deteriorati lordi del 7,8% (6,9% proforma), prossimo ai migliori del sistema. La Banca presenta a fine 2019 una struttura di bilancio equilibrata, forte liquidità, e livelli di capitale in crescita".

Obiettivo dei sindacati un'assunzione ogni due uscite – "La forte riduzione di forza lavoro, la riqualificazione di altri circa 2.400 e la chiusura di almeno 175 filiali generano forte preoccupazione", hanno detto da parte loro Paolo Citterio (Fabi), Pierangelo Casanova (Fisac-Cgil), Giuseppe Cassella (First-Cisl), Claudia Dabbene (Uilca-Uil) e Natale Zappella (Unisin): "Capiremo i reali impatti solamente una volta che verrà fornita la comunicazione di Informativa sindacale che verrà inviata solo nei prossimi giorni. Obiettivo già dichiarato da tutti i sindacati sarà un robusto piano di assunzioni (di almeno una persona ogni due uscite) per mantenere adeguati livelli occupazionali e di servizio su tutti i territori dove Ubi è presente".

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