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Aiuti di Stato alle imprese, la Germania da sola ha concesso oltre la metà del totale europeo

La Germania da sola ha concesso il 51% del totale degli aiuti di Stato alle imprese europee durante il lockdown. Lo scorso 19 marzo l’Unione europea ha modificato la normativa a riguardo per permettere ai Paesi membri di intervenire a sostegno delle proprie aziende, ma naturalmente, a causa delle differenze tra le diverse economie europee, non tutti gli Stati hanno potuto stanziare uguali somme. Ora Bruxelles si prepara ad intervenire in favore di quelle aziende che non hanno potuto beneficiare di altrettanti aiuti di Stato.
A cura di Annalisa Girardi
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Con l'emergenza coronavirus la Commissione europea ha dovuto rivedere la propria normativa sulla sorveglianza antitrust e autorizzare cospicui aiuti di Stato alle imprese sia nei Paesi Ue che nel Regno Unito. Da quando ha allentato le regole sugli aiuti di Stato, Bruxelles ha dato il via libera a 166 misure nazionali per un totale di 1.950 miliardi di euro. Non tutti i Paesi hanno però potuto stanziare le stesse somme, creando così un quadro di disparità all'interno dell'Unione. Una portavoce dell'esecutivo Ue ha infatti comunicato i numeri, sottolineando che la Germania da sola ha concesso il 51% del totale degli aiuti alle imprese europee durante il lockdown.

"Tutti gli aiuti approvati sono stati necessari e proporzionati per sostenere le imprese e rimediare al severo disturbo all’economia europea dovuto all’epidemia di coronavirus", ha affermato la portavoce. "Allo stesso tempo, tra gli Stati membri ci sono enormi differenze riguardo all’ammontare degli aiuti di Stato concessi, che appaiono legate al di manovra nei bilanci e dalle rispettive dimensioni rispettive delle economie", ha aggiunto. Infatti, se la Germania ha erogato il 51% del totale dei sussidi approvati da Bruxelles, alla Francia si ricollega il 17% e all'Italia il 15%. Cifre che scendono poi ulteriormente: segue il Regno Unito con il 4%, il Belgio con il 3% e la Polonia con il 2,5%.

Anche se, vista l'integrazione economica e il mercato unico europeo, un sussidio a un'azienda finisce per avere effetti positivi anche sulle imprese di altri Stati membri, siamo comunque di fronte a un quadro di forte squilibrio. Eric Manner, portavoce capo dell’Esecutivo comunitario, ha commentato: "Vogliamo rispondere con una strategia economica di rilancio, basata su un approccio orizzontale e mirata soprattutto ai Paesi che hanno sofferto più duramente in questa crisi".

Il prossimo 27 maggio la Commissione presenterà un piano per la ripresa nel quale, tramite la Banca europea degli investimenti (Bei), verranno concesse garanzie anche alle imprese che rischiano di fallire proprio a causa dell'emergenza coronavirus di quei Paesi che hanno potuto concedere meno aiuti di Stato. "Non possiamo accettare situazioni per cui con gli aiuti di Stato alcuni Paesi siano in grado di dispiegare risorse a sostegno dell'economia e altri no. Di fronte a uno shock simmetrico anche la risposta dev'essere simmetrica, altrimenti c'è il rischio di squilibri tra gli Stati membri e una frammentazione dell'Ue", ha aggiunto il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton.

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