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Di Stefano (M5S): “Perdere Ema non è come perdere i Mondiali. Italia non conta nulla nell’Ue”

Intervista all’onorevole Manlio Di Stefano (M5S) dopo la sconfitta di Milano nella gara per accaparrarsi l’Agenzia europea dei medicinali: il problema sarebbe la progressiva perdita di credibilità dell’Italia in Europa. “Renzi? un cagnolino a Bruxelles, come Monti”
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, dopo la Brexit, si trasferirà ad Amsterdam e non a Milano, dopo aver perso il sorteggio. Ma secondo il M5S non si tratterebbe di un colpo di sfortuna. "Tutti i ruoli di potere o che prevedono grossi introiti economici vengono sempre assegnati a Francia e Germania. In questo caso ha avuto la meglio l'Olanda. All'Italia vanno sempre le posizioni più marginali". Lo dice a Fanpage.it nel giorno successivo alla sconfitta, l'onorevole Manlio Di Stefano, vicino ad Alessandro Di Battista, eletto nella circoscrizione Lombardia.

"Per esempio il ruolo del ministro degli Esteri europeo, che non conta nulla, è stato assegnato a Federica Mogherini. In questo caso c'erano più agenzie, e abbiamo avuto pari voti con Amsterdam, da cui poi il sorteggio. La mia analisi è che c'è una scarsissima capacità politica di farsi valere nell'Ue, nonostante siamo il terzo Paese contribuente. C'è un grosso problema di rappresentanza italiana in Europa".

Di Stefano pone l'accento quindi sull'iter, cominciato più di un anno fa, di preparazione a questa candidatura. "Non avremo nessuna delle agenzie che traslocano da Londra, ed è una perdita che la Bocconi aveva quantificato con 1,2 miliardi all'anno come indotto. Milano è una città che continuerà ad essere attrattiva a prescindere, così come Roma. Ma gli italiani, secondo il racconto del Pd lo hanno vissuto come se fosse il girone di qualificazione per  il mondiale di calcio, cioè "puoi vincere o puoi perdere". Ma è una logica assurda. Noi siamo il terzo Paese contribuente in Europa, con 20 miliardi, quindi l'Ema avrebbero dovuto darla a noi. Non era una "concessione" da parte delle istituzioni europee, che non ci rispettano per nulla. E il governo italiano è stato molto debole su questo".

Non sta in piedi, secondo il pentastellato, la spiegazione del Pd, che ha sottolineato come le altre concorrenti fossero comunque delle capitali di primo piano, cioè Copenaghen e Amsterdam, le ultime tre città che hanno partecipato alle fasi finali. "Sappiamo che il Parlamento europeo è diviso in coalizioni interne, ma bisognava portare avanti un'attività diplomatica negli anni, al di là della singola votazione. Non si trattava di un concorso di un talk show, cioè visto il peso economico dell'Italia in Europa non dovrebbe sempre e solo contare l'asse franco-tedesco. Invece l'Italia non riesce a incidere. Registriamo a partire da Berlusconi una perdita di credibilità del nostro Paese, e forse Renzi è riuscito a fare persino peggio di lui. Renzi è stato, come Monti, un cagnolino, e la chiave di lettura è che nonostante questo non sono riusciti a portare a casa dei risultati". 

Sulla stessa linea anche l'eurodeputato del M5S Marco Valli: "Siamo stati rappresentati per oltre 20 anni da Governi di centro destra e centro sinistra, i quali hanno accettato tutti i compromessi europei spesso penalizzanti per l’Italia e basati su logiche diverse da quelle dettate dal merito e dal buon senso, ultima questa sull’EMA".

Per entrambi il lancio della monetina è stato sintomatico della leggerezza con cui l'Ue ha trattato la questione, un modello che non funziona e che ci penalizza.

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