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Di Maio: “L’Italia dovrebbe contare di più in Europa, basta con accordi che ci penalizzano”

In un’intervista concessa al quotidiano La Stampa, il candidato premier M5S, Luigi Di Maio, racconta la sua visione di Europa: il referendum sull’Euro sembra ormai essere stato accantonato, mentre la priorità ora è far tornare l’Italia al centro dell’Ue e riequilirare l’asso franco-tedesco.
A cura di Charlotte Matteini
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L'aspirante presidente del Consiglio designato dal Movimento 5 Stelle ha dichiarato al quotidiano La Stampa di essere intenzionato a chiedere all'Europa di "cambiare pelle" e mettere in campo tutti gli strumenti necessari a evitare "una guerra sociale alimentata da disparità e povertà". "Si dice che l’Europa sia il motivo per cui non scoppiano guerre, ma io una guerra in corso la vedo, è una guerra sociale alimentata da disparità e povertà", spiega Luigi Di Maio, aggiungendo: "Non dico che l’Ue ne sia la causa principale, ma sono certo che possa essere lo strumento per risolverla". Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, l'Europa è "certamente un veicolo e serve per portare i popoli europei verso una qualità di vita e di benessere maggiore" e dunque, proprio per questo motivo la priorità dovrebbe essere quella di creare un Welfare fondato su una maggiore solidarietà e una lotta alle diseguaglianze. Non significa criminalizzare chi si arricchisce, ma consentire a milioni di poveri di reinserirsi nella società".

Una soluzione «europea»?

«Sì, perché negli ultimi anni molte cose sono cambiate. Guardiamo la Germania che non riesce a formare un governo, la Francia di Macron che ha disintegrato i vecchi partiti. Il panorama mutato suggerisce una grande opportunità per l’Italia. E non solo perché siamo abituati a non avere governi super-stabili e siamo più bravi a gestire le crisi».

Come spiega questa debolezza generalizzata?

«Sono state rimandate alcune grandi questioni europee. Così si è arrivati alla Brexit. La parola d’ordine di un governo M5S deve essere “dialogo con gli altri Paesi in una condizione favorevole per l’Italia” che, di nuovo, può rivendicare la posizione di seconda potenza manifatturiera, Paese fondatore e alla pari con gli altri. Mi spiego? Chi ci incitava ad assicurare la stabilità oggi è più instabile di noi».

Il referendum sull'euro sembra non essere più una priorità per il Movimento 5 Stelle: "La consideriamo una extrema ratio. Mentre vedo ampi margini di contrattazione su deficit per favorire la crescita", spiega Di Maio. Proseguendo, parlando di politica espansiva, il candidato premier M5S aggiunge di non essere intenzionato a violare le regole Ue del patto di Stabilità: "Voglio ricontrattarle, come di fatto hanno fatto Francia e Spagna. Investono nella famiglia perché hanno sforato il tetto del 3% per il deficit. Noi non metteremo tasse sulla casa o patrimoniali». 

Proseguendo, Luigi Di Maio sottolinea di voler proporre "l’eliminazione dello sbilanciamento istituzionale. Oggi il Consiglio Ue è gestito dai governi che decidono all’unanimità sulle materie di maggior interesse per i cittadini, come il fisco. La nostra proposta trasferisce i maggiori poteri al parlamento europeo, che rappresenta i cittadini e va più legittimato di governi che sono sempre più di minoranza. Parlamento e Commissione devono avere potere di iniziativa legislativa. Bisogna rendere più efficace l’azione". Per quanto riguarda gli inteventi pratici a vantaggio dell'Italia, il candidato premier M5S spiega: "Comincerei dai parametri per le banche e l’accesso al credito, che vanno scritti pensando che il nostro è un sistema al 95% di piccole imprese. Non possiamo accettare che si agisca come dicono i tedeschi e i francesi che hanno un sistema imprenditoriale differente. E questo vale anche per agroalimentare e pesca: basta con accordi che ci penalizzano e creano concorrenza sleale. Il mercato unico è una grande occasione se protetto e controllato negli accessi".

Di Maio racconta inoltre di essere intenzionato a portare in Italia le buone pratiche adottate da altri stati membri, ad esempio il sistema di Welfare francese, e sostiene che il Movimento 5 Stelle accoglierà queste proposte qualunque sia il governo che le originerà. Per quanto riguarda l'ambito della politica italiana in vista delle prossime elezioni, Di Maio ribadisce: "Per ora non parliamo con nessuno. A noi interessa precisare il metodo. Ma se riceveremo l’incarico, i parlamentari di tutti i partiti saranno messi davanti a una scelta: darci la fiducia, o andarsene a casa e si rivota".

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