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Depenalizzazione del consumo di cannabis: anche l’Onu è favorevole

Secondo le Nazioni Unite “la depenalizzazione del consumo della droga può essere una forma efficace per ‘decongestionare’ le carceri, redistribuire le risorse in modo da assegnarle alle cure e facilitare la riabilitazione”.
A cura di D. F.
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Buone notizie sul fronte della depenalizzazione dell'uso della cannabis. Anche le Nazioni Unite, infatti, hanno preso posizione in tal senso, in un rapporto di 22 pagine dell'ufficio sulle Droghe e il Crimine (Unodc): "La depenalizzazione del consumo della droga può essere una forma efficace per ‘decongestionare' le carceri, redistribuire le risorse in modo da assegnarle alle cure e facilitare la riabilitazione". L'Onu non ha voluto commentare ulteriormente la sua posizione ma diverse fonti diplomatiche che si occupano da tempo della depenalizzazione delle droghe leggere hanno convenuto che si tratta del primo caso in cui l'organismo ha preso una posizione così netta sulla questione, che verrà ulteriormente sviluppata in una importante riunione venerdì prossimo a Vienna.

Già diversi paesi hanno depenalizzato l'uso personale della cannabis, prevedendo che in consumo non rappresenti un reato punibile con il carcere, ma che semmai siano sufficienti multe o terapie. In tal senso è fondamentale comprendere come l'agenzia dell'Onu non sia favorevole alla legalizzazione o liberalizzazione, ma si sia limitata alla depenalizzazione della cannabis, che le nazioni Unite considerano legale solo a fini terapeutici (e non, dunque, per uso personale). Nel testo redatto dall'Unodc si spiega infatti che i consumatori devono essere considerati "pazienti in cura", e che quindi vanno trattati senza il ricorso al carcere.

La notizia giunge all'indomani della decisione del Consiglio dei Ministri di non impugnare, di fronte alla Corte Costituzionale, la legge abruzzese redatta dal consigliere Maurizio Acerbo che disciplina le “modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. La norma, in sostanza, prevede il via libera all'uso della cannabis a scopo terapeutico: i medicinali cannabinoidi potranno essere prescritti da medici specialisti del Ssr e da medici di medicina generale del Ssr, con oneri a carico del servizio sanitario regionale. Sarà necessario redarre un "piano terapeutico" da parte di un medico specialista e la cura può essere apportata sia in ospedale che in ambito domiciliare. In entrambi i casi l'erogazione è gratuita.

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