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Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

Delitto Scazzi: Sabrina e Cosima forse scarcerate lunedì, la decisione nelle mani del Gup

I legali delle due donne, accusate dell’omicidio della piccola Sarah, hanno depositato la richiesta di scarcerazione. La decisione sarà comunicata entro lunedì dal Tribunale di Taranto.
A cura di Daniela Caruso
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La libertà: è ciò che chiedono mamma e figlia dal carcere. Sabrina e Cosima, entrambe accusate dell’omicidio di Sarah Scazzi, hanno presentato, mediante i rispettivi avvocati, un’istanza di scarcerazione al gup del Tribunale di Taranto, Pompeo Carriere. Cosima è accusata di concorso in omicidio, accusa per la quale è stata incarcerata il 26 maggio 2010. La decisione che prenderà il gup sarà resa nota lunedì prossimo, quando Carriere si ritirerà in Camera di Consiglio. Al termine dell’udienza preliminare sono imputate 13 persone, di cui tre saranno giudicate con rito abbreviato. Oggi si è svolta la penultima udienza davanti al gup: durante il giorno del giudizio Sabrina Misseri vorrebbe essere presente e poter prendere parola, nonostante i legali non siano d’accordo con questa decisione.

Sabrina è fiduciosa e sente che la libertà è quasi vicina:

“Per la prima volta dall'inizio di questa storia mi sento davvero davanti a un giudice, a qualcuno cioè che non ce l'ha con me, che voglia guardare i fatti e che non pensi a prescindere che io ho ammazzato Sarah”.

Se la prossima settimana Sabrina e Cosima fossero rinviate a giudizio, potrebbero, automaticamente, ottenere la libertà e ritornare a casa. Le due donne, nonostante le accuse, si dichiarano innocenti: “Noi siamo innocenti, non sappiamo nulla della morte di Sarah” e che l’unico responsabile dell’omicidio è Michele Misseri. Secondo Sabrina, la gente continua a pensare che lei e la madre sono le principali responsabili della morte della cugina, poiché ci sono tante persone che si permettono di giudicare la sua famiglia “senza sapere nulla di questa storia”.

Michele si è sempre accusato dell’omicidio della nipote, ma, in alcune intercettazioni al vaglio degli inquirenti, il contadino di Avetrana, a telefono con la figlia Valentina, si chiedeva perché Sabrina continuasse a mentire e a nascondere la verità. Misseri padre è stato considerato, dai psicologi del carcere, una persona capace di intendere e che la sua prima confessione, in cui l’uomo aveva ammesso di aver violentato Sarah prima di ucciderla, poteva essere calata in un contesto mentale particolare, che mostrerebbe un’attenzione sessuale repressa nei confronti di Sarah.

 

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