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Delitto di Garlasco: Stasi si è sottoposto a un nuovo prelievo di dna

Stasi si è sottoposto a un prelievo di dna durante la riunione tra periti dei giudici e i consulenti delle parti che si è tenuta a Genova. Ha acconsentito a sottoporsi al tampone salivare in vista della comparazione con le tracce di cromosoma Y trovate sulle unghie di Chiara Poggi.
A cura di Susanna Picone
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Questa mattina Alberto Stasi, imputato al processo d’appello bis per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, si è sottoposto a un nuovo prelievo di Dna – è il secondo dall’inizio delle indagini – nel corso della riunione tra periti dei giudici e consulenti delle parti che si è tenuta oggi a Genova. Alberto Stasi, all’epoca del delitto era il fidanzato della vittima, è stato convocato a Genova dai periti e ha acconsentito a sottoporsi al tampone salivare in vista della comparazione con le tracce di cromosoma Y trovate sulle unghie di Chiara Poggi. Ora gli esperti dovranno discutere se quelle tracce siano leggibili e contengano i marcatori sufficienti per procedere alla comparazione con il profilo del cromosoma Y di Stasi.

Le foto di Alberto Stasi con i graffi su un braccio

Intanto, sul delitto di Garlasco sono emersi nuovi particolari: tra gli indizi raccolti negli ultimi tempi dal sostituto procuratore di Milano Laura Barbaini ci sono alcune foto in cui vede un avambraccio di Alberto Stasi con due segni compatibili con quelli di una colluttazione. Foto e segni di cui i genitori di Chiara Poggi, ora parte civile al processo, non avrebbero “mai saputo nulla”. Sono delle fotografie che sono state scattate assieme ad altre nella stazione dei Carabinieri di Garlasco poche ore dopo il delitto di Chiara Poggi. Quelle immagini, finite nel fascicolo prima della Procura di Vigevano e poi in quello processuale e ora “ripescate” dal pg, in passato non sarebbero state prese in considerazione dagli inquirenti e quindi non sarebbe stato chiesto all’imputato di spiegare il motivo di quei segni. Il magistrato, da quanto si apprende, ha anche sentito come teste il brigadiere che fece quegli scatti e che fu il primo a parlare con Stasi dopo l'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi.

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