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Zaki confermato al Salone del libro: “Contrario all’uccisione di civili israeliani e palestinesi”

Il Salone del Libro di Torino conferma la presenza di Patrick Zaki, il quale si difende dalle accuse ribadendo la vicinanza ai civili uccisi, che siano israeliani o palestinesi.
A cura di Redazione Cultura
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Patrick Zaki (foto Cecilia Fabiano /LaPresse)
Patrick Zaki (foto Cecilia Fabiano /LaPresse)

Le parole di Patrick Zaki contro il Premier israeliano Benjamin Netanyahu, definito "serial killer" sta portando alcuni a cancellare alcune presentazioni della sua autobiografia "Sogni e illusioni di libertà" e suoi interventi in favore dei diritti e della pace. Oggi la sindaca di Brescia ha cancellato la sua presenza come testimonial al festival della Pace di Brescia in programma dal 10 al 25 novembre, mentre ieri era saltata la presentazione al Sermig-Arsenale della Pace di Torino, in programma martedì 17 ottobre nell'ambito del programma di ‘Aspettando il Salone', una scelta giustificata con il cambiamento delle condizioni, mentre anche l'ospittata a Che tempo che fa era stata rinviata a causa di cambiamenti di programma all'ultimo secondo.

Il Salone del Libro conferma Patrick Zaki

La direttrice del Salone del Libro di Torino, Annalena Benini, ha precisato, però, che nonostante non sia d'accordo con le parole dell'attivista, la presentazione si sarebbe comunque tenuta, ma in un'altra location: "Io sono in totale disaccordo con alcuni commenti di Patrick Zaki, che mi hanno sconcertata e anche molto addolorata, ma non per questo riesco a immaginare di togliere la parola alla presentazione di un libro: rispetto gli impegni presi con gli editori e non dispongo della libertà d'opinione altrui. Il Salone del Libro, e Torino per sua luminosa tradizione e identità, offrono la parola e offrono l’incontro, non lo silenziano" ha detto la direttrice che ha spiegato che l'evento si terrà all'Hiroshima Mon Amour.

Le critiche della Regione Piemonte

Benini ha anche voluto sottolineare il rispetto per "l’adesione alla giornata di digiuno e preghiera dei nostri cari amici dell’Arsenale della Pace, che hanno accolto l’appello del Patriarca di Gerusalemme". Polemiche, invece, da parte del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dell'assessore alla Cultura Vittoria Poggio che se da una parte spiegano in una nota che "La Regione non ha alcuna intenzione di interferire nella libera gestione del Salone del Libro e del suo palinsesto editoriale: il Salone è pertanto libero di fare le proprie scelte e di assumersene le responsabilità" dall'altra, invece, interviene appieno palesando le proprie perplessità "sull'opportunità di mantenere l'evento" definendo inaccettabili le dichiarazioni di Zaki.

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Zaki: Mai appoggiato movimenti d'ispirazione religiosa

Eppure Zaki in questi giorni ha ribadito più volte come la sua posizione non sia pro-Hamas, ma di preoccupazione per i civili. Al Tg1, per esempio, l'attivista ha detto: "Non posso essere a favore di nessuna uccisione di civili. Per altro verso sento che non stiamo puntando l'attenzione sull'alto numero di palestinesi uccisi per anni e bombardati negli ultimi giorni a ogni ora. Nessuno vi sta prestando attenzione. Dovremmo essere concentrati sui civili di entrambe le parti". In una lettera a Repubblica, invece, ha sottolineato, rispondendo a Luigi Manconi, di non aver "mai appoggiato un qualsiasi movimento o partito di ispirazione religiosa" e spiegando: "Alcuni potrebbero biasimarmi perché nei miei post non ho menzionato subito il mio ripudio per qualsiasi forma di violenza esercitata o praticata contro un civile indifeso, donna o bambino, non coinvolto in questo conflitto che ha colpito la regione alcuni giorni fa. In ogni caso, sono stato chiaro e lo ripeto: sono contrario all’uccisione o all’aggressione di qualsiasi civile, israeliano o palestinese, non coinvolto nelle violenze, nelle colonie illegali o negli omicidi".

Dalla parte di oppressi e abbandonati

Zaki ha poi spiegato di essere sempre "dalla parte degli oppressi e degli abbandonati. Dopo il primo attacco, tutto il mondo non ha fatto altro che parlare di quello che stava accadendo. Non esagero dicendo tutto il mondo: parlo di tutti, in stato di emergenza per difendere Israele. Tutto quello che è accaduto dopo è stato seguito da bombardamenti aerei e incessanti assassinii di palestinesi, la maggior parte dei quali – se non tutti – civili indifesi di cui nessuno parla. Questo è il mio ruolo di difensore dei diritti umani, di chi dà voce a chi non ne ha". E chiude la lettera con un appello alla pace: "È il momento giusto per sostenere il valore della pace e cercare una soluzione politica pacifica che impedisca la perdita di vite innocenti"

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