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Perché la Russia ha condannato lo scrittore Boris Akunin a 14 anni di carcere

Lo scrittore russo bestseller Boris Akunin è stato condannato da un Tribunale a 14 anni di carcere per terrorismo: da anni, ormai, lo scrittore non vive in Russia ed è considerato dal regime di Putin un agente straniero.
A cura di Francesco Raiola
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Boris Akunin
Boris Akunin

Lo scrittore russo – di origini georgiane – Boris Akunin, autore di numerosi bestseller, è stato dichiarato dal Tribunale Militare del Secondo Distretto Occidentale di Mosca colpevole di "giustificazione del terrorismo" a causa di un post su Telegram postato nel febbraio 2024 in cui si dichiarava a favore della rivoluzione in Russia. Ma la storia dei problemi giudiziari tra lo scrittore – di cui in Italia è stato pubblicato, nei mesi scorsi, L'avvocato del diavolo per Mondadori – e la Russia vanno avanti da anni, e Akunin, il cui vero nome è Grigory Chkhartishvili, è nel mirino del Governo di Putin da tempo.

La reazione di Akunin alla condanna

Lo scrittore ha affidato ai social le prime parole dopo la condanna, innanzitutto contestando la notizia data dall'agenzia di stampa russa Tass, smentendo di avere ammesso la propria colpa: "Non riconosco la loro corte. Non ho autorizzato nessun avvocato a rappresentarmi nel loro cosiddetto tribunale e non ho alcuna partecipazione a questo casino" ha scritto lo scrittore.  Dopo un post ironico sulla giustizia russa, poi ha ricordato che sono 18 anni da quando ha abbandonato il proprio Paese e la casualità di una nuova edizione di un libro inedito in Italia che si chiama "Non dico addio": "Ieri sono 18 anni che ti ho detto addio, secondo il verdetto di un tribunale militare, e oggi ho deciso: al diavolo! È stata pubblicata una nuova versione audio del romanzo dal titolo appropriato. Un romanzo sul fatto che i brutti momenti e i guai non sono la punizione di Dio, ma un esame".

Perché la Russia condanna Akunin

Akunin è considerato da tempo un agente straniero da parte della Russia ed è anche accusato di favoreggiamento di attività terroristiche per le sue posizioni e i suoi commenti per quanto riguarda la guerra tra la Russia e l'Ucraina. Ovviamente per lo scrittore, che vive all'estero dal 2014 ed è molto letto anche in patria, il processo è una farsa. Qualche mese fa, a Fanpage Akunin spiegava qual era la sua situazione giudiziaria: "Sono stato dichiarato prima agente straniero, poi ci sono tre procedimenti penali contro di me: sono nella lista di terroristi ed estremisti, nella lista dei ricercati internazionali e ho un mandato di cattura che dice che potrei anche essere arrestato in assenza anche se questo non è ancora avvenuto".

Come vengono trattati i dissidenti russi

Sono tante le figure che si oppongono al regime di Putin a essere state arrestate, soprattutto a seguito della guerra scatenata dalla Russia contro l'Ucraina, altri, invece, sono fuggiti all'estero e sono sottoposti alla censura continua. Lo scrittore raccontò che il regime russo aveva creato un servizio governativo che classificava i critici in varie categorie, da quelli sopportabili che sono dichiarati, appunto, agenti stranieri, fino a quelli contro cui vengono aperti procedimenti penali per creare continuamente disagi fino a coloro che vengono definiti e trattati come estremisti e terroristi. Akunin, però, ha sempre dichiarato di non avere paura: "Quando ce l'hanno con te e ti minacciano in maniera così eclatante, sicuramente è perché non fanno sul serio. Sappiamo quello che succede in Russia, se vogliono ammazzarti lo fanno silenziosamente e senza avvisarti".

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