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Perché intitolare a Peppe Vessicchio il Teatro Ariston di Sanremo non sarebbe una scelta giusta

Petizione per intitolare l’Ariston a Vessicchio, ma l’omaggio sarebbe prematuro: cosa si potrebbe fare, in alternativa, per ricordare un simbolo dell’Ariston.
A cura di Vincenzo Nasto
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Peppe Vessicchio all’Ariston, via Getty Images
Peppe Vessicchio all’Ariston, via Getty Images

La morte del maestro Beppe Vessicchio, avvenuta lo scorso 8 novembre all'età di 69 anni, è una perdita collettiva. Non solo per l'immagine, per la storia musicale che il direttore d'orchestra ha raggiunto negli oltre 40 anni di carriera. Ma soprattutto per la sua natura pubblica, per l'ingresso nella cultura popolare italiana, anche grazie "alla bacchetta e al papillon d'ordinanza". Un vuoto che si è già sublimato negli ultimi due anni al Festival di Sanremo, di cui è stato tra i più importanti direttori d'orchestra, dall'esordio nel 1990 alla sua ultima edizione nel 2023, quando insieme al maestro Enrico Melozzi, ha condotto l'esibizione di Destinazione Paradiso durante la serata cover con Gianluca Grignani e Arisa.

Petizione Beppe Vessicchio, via Change.org
Petizione Beppe Vessicchio, via Change.org

La petizione per intitolare il Teatro Ariston a Beppe Vessicchio

La sua storia ultratrentennale con il Festival ha spinto, nelle scorse ore, alla creazione di una petizione su Change.org, con una finalità ben precisa: raccogliere le firme per poter intitolare il teatro Ariston di Sanremo, sede del Festival, proprio al direttore d'orchestra appena scomparso. Tra i vari passaggi che ricordano il rapporto tra Vessicchio e il Festival, viene indicata così la proposta: "Il Teatro Ariston di Sanremo, dove ha trascorso gran parte della sua carriera, è il luogo naturale per conservarne la memoria. È lì che il Maestro ha diretto, sorriso, emozionato, insegnato e, in fondo, vissuto. E per questo chiediamo che quel teatro — simbolo della musica italiana nel mondo — porti anche il suo nome. Proponiamo che la famiglia Vacchino (proprietaria del Teatro Ariston), il Comune di Sanremo, e la RAI valutino un gesto commemorativo concreto: L’intitolazione ‘Teatro Ariston – Beppe Vessicchio‘".

La storia di Beppe Vessicchio al Festival di Sanremo

Promotore della petizione è Diego Andreanelli, come riporta il suo sito, "da oltre 30 anni lavoro nel mondo della comunicazione, del marketing e della creatività applicata". Ci sono alcuni passaggi che potrebbero far considerare la proposta valida: non solo l'importanza del direttore d'orchestra negli anni, ma anche le sue vittorie. Infatti, dopo aver vinto il premio come miglior arrangiatore nel 1994, 1997, 1998 e nel 2000, con la giuria presieduta da Luciano Pavarotti, ci sono anche le vittorie in gara. La prima nel 2000 quando diresse Sentimento degli Avion Traviel, successivamente poi con Alexia nel 2003 con Per dire di no, passando poi per Valerio Scanu nel 2010 con Per tutte le volte che. L'ultima, l'anno successivo, con Roberto Vecchioni che convince tutti con la sua Chiamami ancora amore.

La risposta della famiglia Vacchino alla proposta di intitolare il Teatro Ariston a Beppe Vessicchio

La petizione, che per adesso raccoglie solo poche decine di firme, sembra esser arrivata già ai piani alti. In merito si è espressa proprio la famiglia Vacchino, proprietaria del Teatro Ariston, ai microfoni di Adnkronos: "Oggi piango un amico, verrà il tempo degli omaggi. Il suo ricordo è una carezza all’anima. Lo custodiremo nei nostri cuori, con un applauso che lo accompagni nel suo nuovo cammino". Ma perché intitolare, in questo momento, il Teatro Ariston a Peppe Vessicchio potrebbe essere un errore? Per quanto la sua figura risulti trasversale, capace di arrivare a un pubblico molto ampio, soprattutto se si ragiona in merito al ruolo, lontano dalle luci del palco, l'intitolazione creerebbe una frattura, anche storica, con il Festival di Sanremo, i suoi protagonisti, il suo teatro.

Una proposta simile dopo la scomparsa di Pippo Baudo

Basti pensare solo alla scomparsa, solo pochi mesi fa, di Pippo Baudo, tra i volti più riconoscibili del Festival di Sanremo grazie alle 13 conduzioni tra il 1968 e il 2008. Anche in quel caso c'erano state delle riflessioni in merito, poi trasformate nel progetto di una statua. Una scelta accomunata anche a quella di un'altra grande figura legata alla conduzione del Festival: quella di Mike Buongiorno, conduttore in 11 edizioni, e che viene ricordato con un monumento a grandezza naturale all'altezza del civico 42 di via Escoffier a Sanremo. Ma facendo anche un piccolo passo indietro, la proposta di intitolare l'Ariston di Sanremo a uno dei protagonisti della musica italiana potrebbe addirittura togliere valore ai tanti tributi avvenuti negli anni.

Gli artisti a cui sono stati intitolati i premi del Festival di Sanremo

Attraverso i premi sono stati dedicati tributi ad alcuni dei cantanti e musicisti più importanti del panorama. Come il premio della critica intitolato a Mia Martini dal 1996, a un anno dalla sua scomparsa. La cantante, oltre ad aggiudicarsi la sua prima edizione nel 1972 con E non finisce mica il cielo, è stata la cantante ad averne collezionati di più. O il Premio della Sala Stampa Radio e Tv, che dal 2013 è intitolato a Lucio Dalla, scomparso nel 2012 e il premio per il miglior testo, assegnato al paroliere Sergio Bardotti dal 2013, autore di brani come Era d'estate di Sergio Endrigo, ma anche Occhi di ragazza portata al successo da Gianni Morandi. Ci cominciamo ad avvicinare alla sfera di Vessicchio per il premio alla miglior composizione musicale, nato nel 2013 e dedicato, tre anni più tardi, al produttore e compositore Giancarlo Bigazzi.

La natura di Vessicchio e il record di presenze di Massimo Morini come direttore d'orchestra

La figura mai controversa e polarizzante di Peppe Vessicchio si sottrarrebbe sicuramente da un contesto competitivo come l'assegnazione di un nome per un teatro, ma soprattutto rifiuterebbe il ribaltamento di un codice: la velleità personale che supera la storia di un teatro che ha ospitato oltre 74 edizioni di uno dei festival musicali più importanti in Europa. Tecnicamente, Vessicchio non è stato neanche il più longevo dei direttori d'orchestra sanremesi, con Massimo Morini che ha raggiunto nella scorsa edizione la sua 35° partecipazione, accompagnando in sala le esibizioni di Massimo Ranieri e Simone Cristicchi. Bisognerebbe aspettarsi invece un tipo di tributo completamente diverso e che negli anni è stato proposto per alcuni degli artisti più importanti del panorama italiano.

Come il Festival di Sanremo potrebbe ricordare Beppe Vessicchio

Senza dover per forza ritornare al secolo scorso, negli ultimi 10 anni abbiamo visto l'omaggio di Tiziano Ferro a Luigi Tenco nel 2017, nel 50° anniversario della sua tragica scomparsa, con Mi sono innamorato di te e Vedrai Vedrai. Nel 2022, con la scomparsa di Franco Battiato, vennero proiettate durante la prima serate le immagini della sua esibizione con La cura al Festival di Sanremo 2007. Oppure l'apertura dell'ultimo Festival con il ricordo di Ezio Bosso, con l'orchestra che ha accompagnato ed eseguito Following a Bird. Sicuramente, per Baudo e Vessicchio, arriveranno i tributi necessari per l'importanza che hanno avuto per la kermesse. Tutto ciò senza imporre la grandezza della propria immagine sul teatro storico che ha ospitato tutti i più grandi musicisti della musica italiana.

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