Mr. Rain: “Sono stanco del mondo tossico e superficiale della discografia. Ho dovuto fare un passo indietro”

Dopo l'uscita di Pianeta di Miller nel 2024, Mr. Rain aveva deciso di prendersi una pausa discografica in italiano, mentre in spagnolo uscivano i 3 singoli Pericolosa, Hipernova e Odio a la luna. Una decisione che coincide con un nuovo percorso musicale, annunciato attraverso Effetto Michelangelo: "È la prima canzone di un nuovo percorso, ma soprattutto il primo capitolo di un disco nato di getto. Sentivo di doverlo scrivere, era un'esigenza artistica". Un concetto psicologico (qui l'intervista di Giusy Dente alla dottoressa e psicologa Serena Barroni) che si riflette anche nella nuova natura musicale del cantante, spogliata di "numeri, classifiche, vendite e strategie di marketing". Nello stesso momento, tra i progetti futuri c'è anche un album in spagnolo, su cui sta lavorando in maniera parallela: "Avrà un sacco di featuring, ma sono canzoni che nascono e moriranno solo in lingua spagnola. Questa doppia direzione mi sta dando, ancora di più, una fame creativa che avevo un po' perso". Poi il suo concerto a Piazza San Pietro, un pensiero per la scomparsa di Beppe Vessicchio e il suo futuro a Sanremo. Qui l'intervista a Mr. Rain.
Come nasce Effetto Michelangelo?
È la prima canzone di un nuovo percorso, ma soprattutto il primo capitolo di un disco nato di getto. Sentivo di doverlo scrivere, era un'esigenza artistica, come è stata la musica per me fino a qualche anno fa.
Si tratta di un fenomeno psicologico.
Sì, è un concetto secondo cui, in una coppia, due persone si aiutano a crescere e a diventare la versione migliore di loro stessi. Il cambiamento, alcune volte, viene visto come un tentativo quasi egoistico di cambiare l'altro, ma è un'occasione di crescita per entrambi. Per me è la forma più pura dell'amore, permettere all'altra persona di essere veramente se stessa e viceversa. Alcune volte devi esser anche disposto a lasciar andare queste persone.
C'è un passaggio in particolare che resterà, secondo te, di questa canzone?
L'ultima parte. Quando canto "Dio ci ha creati col cuore a metà, e colmiamo il vuoto di chi se ne va con sensi di colpa, stessi ogni volta". Alla fine scrivo che bisogna avere il coraggio di lasciarsi andare, anche se rimane la speranza di ricongiungerci quando ripeto che ritornerò, anche in un'altra vita.
È una visione molto meno egoista, frutto anche di un percorso di consapevolezza.
Innanzitutto dovrebbe essere un modo di fare molto più diffuso rispetto a quello odierno. Ci permetterebbe di essere più sinceri, onesti ed equilibrati. Comunque sì, è anche frutto di un percorso psicologico che ormai affronto da un po' di tempo.
Quando è nata questa necessità?
Sono cambiato negli ultimi anni e la musica mi ha sempre aiutato a scoprire e smussare angoli della mia personalità che non mi facevano stare bene con me stesso.
Quando hai sentito l'esigenza di un cambiamento, anche musicale?
Credo da Fiori di Chernobyl. Mi rendevo conto ogni anno che rileggendo i miei vecchi testi non mi ero aperto, anche se avevo cercato di spiegarmi il più possibile. Mancavo di chiarezza e nel nuovo album che sto preparando ci sarà la versione più spoglia di me.
C'è stato un lavoro di sottrazione?
Non solo, il discorso è più ampio. Non pubblico musica da più di un anno, anche se al contrario di quanto si possa pensare, sto passando tantissimo tempo in studio. Ho dovuto fare un passo indietro e ridisegnare alcune mie priorità. Volevo tornare a fare musica per pura necessità.
Qual è stato l'elemento che ti ha convinto di questo passo indietro?
Sono semplicemente stanco di vivere in un mondo tossico e superficiale come quello della discografia. Si corre veloce ed esistono solo i numeri, le classifiche, le vendite, le strategie di marketing. Questa roba non mi appartiene più e in tutto questo sta scomparendo anche il motivo per cui scrivo canzoni: l'esigenza di comunicare qualcosa.
Una scelta controcorrente, volgendo lo sguardo ai successi di Supereroi e Due altalene al Festival di Sanremo.
La chiave di questa decisione è stata eliminare tutto ciò che era superfluo: dai video alle foto, fino al modo di vivere. Soprattutto non lanciarsi nella competizione musicale.
In che senso?
Nel senso che ti fa entrare in un vortice senza fine. Poi ognuno è liberissimo di pensarla come vuole, è l'essenza della musica. Questi ultimi anni mi hanno saturato. Questa esigenza nasce anche da questa situazione, la decisione di non pubblicare più musica in questo periodo. Non credo di essere l'unico che vorrebbe fare questo cambiamento, ma mi fa sicuramente vivere molto meglio e la gente lo percepisce.
E invece che tipo di esperienza è stata aver suonato durante il Giubileo, in Piazza San Pietro?
L’unica parola che mi viene in mente è "surreale". Ho camminato e cantato in luoghi che non avrei mai pensato di visitare, mi hanno anche portato a visitare il Vaticano stesso. Ho cantato davanti a tantissimi giovani ed è stato iper emozionante.
Effetto Michelangelo arriva dopo un anno di silenzio in lingua italiana. In spagnolo, però, hai pubblicato Pericolosa, Hipernova e Odio A La Luna…
Sto lavorando in parallelo a un progetto interamente in spagnolo. Avrà un sacco di featuring, ma sono canzoni che nascono e moriranno solo in lingua spagnola. Questa doppia direzione mi sta dando ancora di più, una fame creativa che avevo un po' perso.
Si incrociano i due progetti?
Sicuramente non vanno in direzioni opposte, anche se sono due dischi diversi. La cosa che mi ha più stimolato del progetto in spagnolo è stato ripartire da zero. Mi ha dato più libertà, ciò che magari non riuscivo a fare in Italia. Però è un lavoro super impegnativo: sto studiando spagnolo, soprattutto per la pronuncia musicale. Ma mi ha aiutato un sacco aver fatto sessioni con artisti e produttori locali: è stata fonte di ispirazione.
Tornando all'attualità, Beppe Vessicchio in più di qualche intervista aveva sottolineato come fossi uno degli artisti con cui avrebbe voluto collaborare.
Sono ancora senza parole: ci siamo conosciuti nel 2023, al mio primo anno di Sanremo, e poi l'ho rivisto anche successivamente. Abbiamo fatto un sacco di cose insieme, tranne una canzone. È una cosa che rimpiango molto, e forse sottolinea quanto diamo per scontata la presenza delle persone nel tempo.
A proposito di Sanremo, c'è qualche possibilità di rivederti nella prossima edizione?
Non ne ho idea, mi sto concentrando sui due album, ho un sacco di canzoni. Se ne riparlerà in futuro.
Desiderio per il futuro?
Che il pubblico possa accorgersi, ora, della mia felicità.