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Morto Marc Augé, l’antropologo e teorico dei “non luoghi” aveva 87 anni

L’antropologo, etnologo e filosofo francese aveva 87 anni. Nel corso della sua ricchissima carriera di studioso Marc Augé ha svolto ricerche etnografiche sul campo in Africa e in America latina prima di virare i suoi studi verso una “antropologia del quotidiano”.
A cura di Antonio Palma
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È morto Marc Augé, l'antropologo, etnologo e filosofo aveva 87 anni. A darne notizia è la direzione del Festival filosofia di Modena, a cui partecipava come membro del Comitato scientifico, e l'École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi. Nato a Poitiers il 2 settembre 1935, Marc Augé, ex studente dell'Ecole Normale Supérieure, si era laureato in lettere classiche prima di diventare insegnante al Lycée Paul Valéry di Parigi e poi alla École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Nel corso della sua ricchissima carriera di studioso ha svolto ricerche etnografiche sul campo in Africa e in America latina a ha diretto anche la prestigiosa École, di cui è stato anche Presidente, e l’Istituto francese di Ricerche per lo sviluppo.

Riconosciuto dalla comunità accademica come uno dei maggiori e più influenti antropologi a livello internazionale, la fama internazionale di Marc Augé è dovuta sicuramente alla sua teorizzazione dei cosiddetti "non luoghi" dopo aver virato i suoi studi verso una “antropologia del quotidiano”. Con la parola "non luoghi" Augé  ha descritto quegli spazi privi di identità, relazioni e storia tipici del mondo moderno come autogrill e centri  commerciali. Spazi dominati dall'assenza di storia, identità, relazioni durature cioè all'estremo opposto del “luogo antropologico”.

"Con Augé se ne va un amico e un maestro che ha dato al festivalfilosofia e al suo pubblico, come a tanti pubblici sparsi in tutto il mondo, alcuni insegnamenti dai quali non si torna indietro, come l'idea che le nostre pratiche culturali siano immerse in sistemi simbolici che è indispensabile studiare con gli strumenti dell'antropologia: una disciplina che Augé, grande specialista del terreno africano, ha praticato anche rivolgendo quel particolare tipo di sguardo alle nostre società, nella convinzione che, per essere intelligibili, i processi culturali implichino che nella loro analisi ci rendiamo ‘stranieri a noi stessi" si legge nella nota del Festival culturale modenese. "Non basterebbero le parole per riassumere i suoi studi e il suo lavoro alla guida della Scuola, in questo Istituto ha lottato contro ogni forma di “consenso” e di “pigrizia di pensiero”. A nome di tutti porgo le mie più sentite condoglianze ai suoi cari e alla sua famiglia" ha scritto il Presidente della Scuola degli studi sociali francese.

Tra le opere di Marc Augé: Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità (Milano 1993); Tra i confini. Città, luoghi, interazioni (Milano 2007); Il mestiere dell'antropologo (Torino 2007); Il bello della bicicletta (Torino 2009); Il metrò rivisitato (Milano 2009); Per un'antropologia della mobilità (Milano 2010); Straniero a me stesso (Torino 2011); Futuro (Torino 2012); Per strada e fuori rotta (Torino 2012); Le nuove paure (Torino 2013); Etica civile: orizzonti (con L. Boella, Padova 2013); I paradossi dell'amore e della solitudine (Modena 2014); L'antropologo e il mondo globale (Milano 2014); Il tempo senza età. La vecchiaia non esiste (Milano 2014); Fiducia in sé, fiducia nell'altro, fiducia nel futuro (Roccafranca 2014); La forza delle immagini (Milano 2015); Le tre parole che cambiarono il mondo (Milano 2016); Un altro mondo è possibile (Torino 2017); Sulla gratuità. Per il gusto di farlo! (Milano 2018); Chi è dunque l'altro? (Milano 2019); Condividere la condizione umana. Un vademecum per il nostro presente (Milano 2019).

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