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L’Italia recepisce la direttiva Copyright: equo compenso, remunerazioni, dritti, cosa cambia da oggi

L’Italia ha recepito la direttiva Copyright dell’Unione Europea sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha approvato il recepimento della direttiva “tenendo conto di alcune delle osservazioni espresse dalle commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato”.
A cura di Redazione Cultura
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Photo Illustration by Justin Sullivan/Getty Images

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L'Italia ha recepito la direttiva Copyright dell’Unione Europea sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha approvato il recepimento della direttiva "tenendo conto di alcune delle osservazioni espresse dalle commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato che ringrazio per l’importante lavoro svolto" come ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini, spiegando che "l’obiettivo di fondo è quello di adattare la legge sul diritto d’autore all'ambiente digitale contemporaneo così da garantire maggiori tutele ai titolari dei diritti e, allo stesso tempo, nuove opportunità per l’industria creativa".

Gli obiettivi principali

Tra gli obiettivi principali, spiega il Ministero della Cultura, c'è la "maggiore tutela negoziale dei titolari dei diritti" a seguito anche di un'azione di pressione da parte di artisti dei vari campi, dal Cinema alla musica. Artisti che esprimono soddisfazione per alcuni contenuti della direttiva che introduce un maggiore "rispetto del diritto d’autore e dei diritti connessi e la conseguente remunerazione dei titolari dei diritti per lo sfruttamento online delle loro opere da parte delle piattaforme anche per i contenuti caricati dagli utenti" e così per "gli artisti interpreti e esecutori di fonogrammi, in caso di cessione del diritto a un produttore, hanno il diritto di ottenere la corrispondente equa remunerazione, adeguata e proporzionata, secondo apposite clausole contrattuali".

L'equo compenso

Approvato uno dei punti principali per gli editori italiani, visto che a proposito dell'equo compenso, nella direttiva europea si leggeva che "gli Stati membri dovrebbero rimanere liberi di stabilire che i titolari dei diritti percepiscano un equo compenso per gli utilizzi digitali delle loro opere o altri materiali nell'ambito dell'eccezione o limitazione di cui alla presente direttiva relativa alle finalità illustrative a uso didattico". La questione dello sfruttamento online e dell'equo compenso ha ripercussioni anche sugli editori di giornali "in relazione all'uso delle opere giornalistiche diffuse dai prestatori di servizi online", mentre per quanto riguarda autori e artisti interpreti o esecutori, ritenuti il lato più debole contrattualmente della filiera è introdotto "il principio della remunerazione adeguata e proporzionata al valore potenziale o effettivo dei diritti concessi in licenza o trasferiti". La decisione ha provocato anche le reazioni positive di alcune associazioni di categorie come la Siae, il cui presidente Mogol ha detto di ave accolto "con grande soddisfazione la notizia del recepimento della Direttiva Copyright" ringraziando il Governo e il Parlamento "per la loro attenzione e sensibilità nei confronti della tutela dei diritti degli autori e degli editori. Il mio grazie va in particolare al ministro della Cultura Dario Franceschini per l'impegno con cui ha sempre sostenuto l'urgenza di proteggere il lavoro dei creativi adattando la legge sul diritto d'autore all'ambiente digitale contemporaneo".

La soddisfazione di AIE e FNSI

Il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi ha detto che "Il recepimento della direttiva copyright da parte del governo segna la fine di un lungo percorso, dapprima con il coinvolgimento di tutte le istituzioni europee (Commissione, Parlamento e Consiglio) e poi in Italia con un intenso dibattito in sede parlamentare e di Governo. Un percorso che ci ha impegnati con le nostre proposte fin dall’inizio, quasi sette anni fa con i primi studi di impatto della Commissione europea” mentre Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, spiega che il recepimento "è una buona notizia per tutto il settore dell'editoria. Viene infatti introdotto il principio, che ha rappresentato il punto centrale della battaglia del sindacato dei giornalisti sia a livello europeo sia a livello nazionale, che chi utilizza i contenuti frutto degli investimenti delle imprese e del lavoro dei giornalisti non potrà più farlo senza alcun corrispettivo, ma dovrà riconoscere una giusta remunerazione".

Diritto d'autore, remunerazione artisti, ruolo AGCOM

Altre modifiche riguardano una "maggiore possibilità di utilizzare il materiale protetto dal diritto d'autore", "l'introduzione di una specifica disciplina per lo sfruttamento delle opere fuori commercio", che "la remunerazione di autori e artisti, anziché commisurata ai ricavi che derivano dallo sfruttamento delle loro opere, può essere realizzata in modo forfettario", il rafforzamento del "meccanismo di negoziazione assistita previsto nei casi in cui le parti incontrino difficoltà nel raggiungere un accordo per la concessione di una licenza per lo sfruttamento di opere audiovisive su servizi di video on demand" dando all'AGCOM il ruolo di assistenza e che in caso di difetto di accordo tra le parti, "deciderà l’entità della remunerazione dovuta". Ha espresso soddisfazione anche Giuseppe Moles, Sottosegretario all'Editoria e vice presidente dei Senatori di Forza Italia: "Abbiamo affermato un principio sacrosanto: le imprese editoriali devono ricevere un equo compenso per gli articoli di carattere giornalistico caricati sul web; questa è la grande novità del recepimento dell'articolo 15 di mia competenza ma poi convintamente condiviso da tutti e cioè che il diritto connesso degli editori ad un equo compenso è oggi previsto e normato".

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