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Le radici del male: Maurice G. Dantec aveva previsto tutto, anche Chat GPT

C’è un romanzo, pubblicato nel 1995, che in qualche modo aveva previsto tutto quello che stiamo vivendo oggi, tra intelligenze artificiali, da Midjourney a Chat GPT, teorie del complotto, avvento e saturazione dei social network. Il romanzo è “Le radici del male” di Maurice G. Dantec, dal 24 febbraio 2023 in libreria per minimum fax.
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C’è un romanzo, pubblicato nel 1995, che in qualche modo aveva previsto tutto quello che stiamo vivendo oggi, tra intelligenze artificiali, da Midjourney a Chat GPT, teorie del complotto, avvento e saturazione dei social network. Il romanzo è “Le radici del male” di Maurice G. Dantec, dal 24 febbraio 2023 in libreria per minimum fax (traduzione di Luigi Bernardi e Sabina Macchiavelli). Dentro ci sono le lezioni di Philip K. Dick ma anche quelle di Louis-Ferdinand Céline. Si potrebbe pensare anche che Michel Houellebecq, pubblicando il suo romanzo più celebre nel 1998, "Le particelle elementari", abbia preso come modello anche questo libro, uscito tre anni prima per Gallimard. Di certo, entrambi gli scrittori hanno più di un punto in comune, oltre la fascinazione per alcune idee reazionarie.

Dantec il musicista punk morto nel 2016, poco amato dalla critica francese come romanziere (fintanto che era in vita, il copione è uguale per tutti) ma molto coccolato dal pubblico, mischia con questo romanzo il grande polar francese, la fantascienza e, attraverso abbondanti digressioni fatte da un punto di vista in prima persona, la filosofia. Il romanzo si apre con un incipit fulminante: “Andreas Schaltzmann si è messo ad ammazzare perché il suo stomaco marciva”. Seguono quindi cento pagine serratissime che ci mostrano come agisce e cosa pensa quest'uomo. La cosa più interessante, oltre alla violenza incredibilmente gratuita, è che Schaltzmann non è machiavellico, calcolatore e freddo come si conviene a un assassino seriale. Lui non ha alcun tipo di premeditazione, uccide in preda ai suoi deliri, nati da violenze familiari indicibili.

Nella seconda parte, entra in scena il narratore: un ricercatore e ingegnere di altissimo livello, Arthur Darquandier, incaricato di lavorare al caso insieme a una squadra improvvisata di esperti criminologi su cui primeggia il fascino diafano di Svetlana Terekhovna. Pagina dopo pagina abbandoniamo il noir e scivoliamo nella fantascienza e nella narrativa d’anticipazione e quasi non ci facciamo caso. Alcuni omicidi, infatti, non sembrano essere stati fatti da Schaltzmann, nonostante le autorità abbiano frettolosamente addossato ogni responsabilità a lui che, intanto fuggiasco, morirà suicida.

Come trovare la verità? Darquandier sta lavorando a una ‘neuromatrice’, una complessa intelligenza artificiale dalla rapidità di calcolo e sviluppo inimmaginabili, in grado di analizzare comportamenti, prefigurare scenari, connettersi direttamente con l’ambiente circostante. Il romanzo, lungo 638 pagine e diviso in quattro parti ed un epilogo, si legge che è un piacere inerpicandosi in una risoluzione che, per come eravamo partiti, sembrava impossibile da immaginare. E non sono forse queste le letture migliori? Le aberrazioni che verranno, spingeranno il lettore sempre più in fondo, allettato dall'approccio ora scientifico e analitico, proprio di un ricercatore, ora più pratico, da poliziotto, del protagonista e della sua macchina dei miracoli, forse troppo umana come il suo creatore. Consigliato.

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