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Governo contro i testi violenti nel rap, Mazza (FIMI): “Industria discografica tutela libertà espressiva”

Arriva la risposta del CEO di FIMI Enzo Mazza alla proposta di una regolamentazione nell’industria discografica italiana per diminuire la violenza nei testi rap, esposta dal Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi.
A cura di Vincenzo Nasto
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Enzo Mazza e Gianmarco Mazzi, 2024
Enzo Mazza e Gianmarco Mazzi, 2024

Nelle scorse ore, dopo l'appello del Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, intervenuto nuovamente sulla presenza di testi rap violenti nell'industria discografica italiana, è arrivata la prima risposta da parte di FIMI, nelle parole del suo CEO Enzo Mazza. Lo stesso è intervenuto su uno dei passaggi più diretti della proposta del Sottosegretario Mazzi, che aveva richiesto uno sforzo da parte dei vari attori dell'industria discografica per un nuovo protocollo, una regolamentazione: "Poi non so se arriveremo ad un protocollo dove ogni operatore del settore si prenda un impegno affinché questo fenomeno venga in qualche modo arginato. Potremmo arrivare a proporre un protocollo, ma vorrei farlo coinvolgendo il mondo della musica, le case discografiche, gli editori e la SIAE".

La risposta del CEO di FIMI Mazza cerca di chiarire gli spazi per una richiesta di una regolamentazione, accennando al tono censorio con cui si potrebbero potute leggere le parole di Mazzi: "L’industria discografica è da sempre attenta al rispetto della libertà espressiva degli artisti, peraltro garantita dalla Convenzione europea sui diritti umani e dalla Costituzione italiana. L’industria discografica ha adottato autoregolamentazioni a livello internazionale ed italiano che evidenziano sempre sui prodotti fisici e online la presenza di testi espliciti". Ma Mazza non si è soffermato solo sulla richiesta di una regolamentazione interna, ma anche sulle responsabilità delle case discografiche e sulla possibile trasgressione del loro stesso codice etico, sottolineato da Mazzi.

Infatti, il Sottosegretario alla Cultura, aveva introdotto il suo discorso domandandosi: "Come mai questi testi vengano editati e pubblicati da importanti case discografiche, che spesso sono multinazionali e all'interno delle quali vige una cultura del rispetto delle donne e dell'uguaglianza sul lavoro. Come possono queste case discografiche trasgredire il loro stesso codice etico pubblicando testi così violenti?". La risposta del CEO di FIMI arriva nelle battute finali del suo comunicato, affermando che il codice etico stabilisce anche la libertà espressiva e l'autonomia creativa: "I codici etici delle case discografiche stabiliscono, tra l’altro, proprio il rispetto della libertà di espressione degli artisti e l’autonomia creativa degli stessi".

 

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