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Gli Uffizi cominciano il 2023 acquistando un capolavoro risorgimentale di Francesco Hayez

La tela di Francesco Hayez acquistato ed esposto da oggi agli Uffizi ritrae il colonnello Francesco Teodoro Arese Lucini nel carcere dello Spielberg.
A cura di Cristina Somma
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Il dipinto di Francesco Hayez che ritrae il conte Francesco Teodoro Arese Lucini (Milano, 2778-1836) è stato acquistato dagli Uffizi e da oggi è esposto in cima allo scalone lorense, all'inizio del percorso della celebre galleria d'arte fiorentina. Dopo un tour in vari comuni della Toscana, il "Ritratto del conte colonnello Francesco Teodoro Arese Lucini in carcere" sarà permanentemente esposto nella Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti. L'opera ottocentesca è considerata un capolavoro della pittura risorgimentale, emblematico e rappresentativo della realtà storica e politica di quel tempo in relazione ai moti risorgimentali. Arese Lucini è rappresentato con lo sguardo rivolto verso l'osservatore, indossa una tenuta militare di tipo ‘comodo' e ha una cravatta rossa annodata sotto il colletto inamidato della camicia. Si trova nella sua cella, nel carcere dello Spielberg in Repubblica Ceca, dove fu detenuto anche Silvio Pellico. L'ambiente è cupo e rappresentativo dello squallore del carcere con l'essenzialità della struttura, l'oscurità nel colore delle mura della cella, un letto sfatto di cui si scorgono le coperte sulla destra, una cassa usata come sedia e le catene che gli stringono le caviglie. Tutto mirato a sottolineare la dura condizione in cui vivevano i prigionieri.

Il dipinto fu commissionato dallo stesso Arese Lucini, soprannominato da Hayez ‘il nobile gentiluomo', che da membro dell'aristocrazia volle rompere gli schemi della ritrattistica facendosi dipingere in catene. Il conte discendeva da una nobile famiglia lombarda, gli Arese-Lucini, ma fu condannato a morte insieme con altri intellettuali del suo tempo per aver preso parte ai moti rivoluzionari risorgimentali che non accettavano la dominazione austriaca e auspicavano alla liberazione della Lombardia e la sua annessione con il Piemonte dei Savoia.

Il dipinto di Francesco Hayez esposto alle Gallerie degli Uffizi
Il dipinto di Francesco Hayez esposto alle Gallerie degli Uffizi

Arese Lucini non fu coinvolto in azioni specifiche nella cospirazione anti-austriaca e con la sua confessione durante la fase istruttoria del processo che comprometteva la posizione del suo amico Federico Confalonieri la sua condanna a morte fu commutata in tre anni di detenzione nel carcere di Spielberg dove Silvio Pellico scrisse Le mie prigioni. Espiata la sua pena, ridotta a due anni, riuscì a tornare a Milano e riprendere gli studi letterari. Il ritratto fu commissionato ad Hayez da Arese Lucini dopo la sua uscita dal carcere. Probabilmente fu un tentativo di riscatto sociale, la volontà di dissolvere le ombre e i dubbi sul proprio comportamento processuale facendosi ritrarre in veste di ‘martire carcerario', mostrando all'opinione pubblica un'immagine delle sue condizioni di prigionia.

Amante dell'arte, fu un appassionato collezionista e generoso mecenate. Acquistò diverse opere di Hayez nel corso della sua vita, come la prima versione perfetta del Il Conte di Carmagnola mentre sta per essere condotto al supplizio, raccomanda la sua famiglia all'amico Gonzaga, ultima scena della tragedia di Alessandro Manzoni, esposto a Brera nel 1821, e nel 1832 il Ritratto di Carlo Prayer nel personaggio di Alpeggiano (il rinnegato veneto).

"Arese è stato condannato per aver partecipato ai falliti moti anti austriaci del 1820-21 – ha detto il direttore delle Gallerie degli Uffizi Like Schmidt -, rivelò i nomi dei cospiratori e di Federico Confalonieri, professando un'impossibilità di mentire che certo lo salvò dalla condanna a morte, ma non da anni di carcere durissimo che minarono gravemente la sua salute. Il dipinto – ha proseguito – riassume mirabilmente la vicenda e le ragioni del conte, ma soprattutto offre a Francesco Hayez, il più grande pittore del Romanticismo italiano, la possibilità di misurasti con la psicologia del personaggio e di offrire una delle prove più alte della sua produzione pittorica. Le Gallerie degli Uffizi – ha concluso – si arricchiscono così di un capolavoro riprodotto nei più importanti testi sull'Ottocento".

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