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Covid 19

Coronavirus, David Quammen: “Virus troppo diffuso, non scomparirà del tutto”

Il divulgatore scientifico statunitense David Quammen, autore del best seller “Spillover” (Adelphi) con cui nel 2014 aveva previsto il virus nato da un pipistrello, parla del Covid-19 in una lunga intervista a Il Manifesto: “Questa pandemia è frutto delle nostre scelte, bisogna lasciare in pace l’ecosistema”.
A cura di Redazione Cultura
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David Quammen ha scritto il libro del momento "Spillover", che in realtà è un volume del 2014, un saggio di divulgazione scientifica scritto col ritmo potente e incalzante di un thriller, edito in Italia da Adelphi. Spillover è il termine che indica quell'istante in cui un virus passa dal un un animale al primo essere umano. Il salto di specie dopo il quale le malattie infettive cominciano. Tecnicamente, in questo caso, si parla di zoonosi. Oggi su Il Manifesto, c'è una lunga e accurata intervista di Stella Levantesi al divulgatore scientifico e scrittore americano, che val la pena di riprendere in alcuni passaggi. Tra cui quello in cui sostiene che il coronavirus è "più pericoloso" di Ebola. Partendo da dove tutto ha origine, quel virus nato probabilmente (come la Sars) in un pipistrello, da cui è poi iniziata la zoonosi. Come può accadere? Quammen lo spiega così:

Così, quando noi umani interferiamo con i diversi ecosistemi, quando abbattiamo gli alberi e deforestiamo, scaviamo pozzi e miniere, catturiamo animali, li uccidiamo o li catturiamo vivi per venderli in un mercato, disturbiamo questi ecosistemi e scateniamo nuovi virus. Poi siamo così tanti – 7,7 miliardi di esseri umani sul pianeta che volano in aereo in ogni direzione, trasportano cibo e altri materiali (…). Questa è la causa alla radice dello spillover, del problema delle zoonosi che diventano pandemie globali.

Ma qual è la soluzione a una zoonosi simile, ci si chiede su Il Manifesto, visto che un processo del genere "vive" in altre specie animali e quindi, anche se dovessimo riuscire a debellarlo dagli esseri umani, resterà comunque un possibile pericolo. Dice Quammen:

Questa epidemia è talmente diffusa che potrebbe non scomparire del tutto, ma provo a fare un esempio diverso: l’Ebola nel 2014 in Africa occidentale. Non conosciamo ancora l’ospite con certezza ma sospettiamo che si tratti di pipistrelli. Si scatena un’epidemia che uccide migliaia di persone, medici e scienziati rispondono alla minaccia e finalmente rallentano l’epidemia che poi sparisce. Dove va a finire il virus? Se ne va? No, è ancora nell’ospite. (…) Ecco perché possiamo sradicare una malattia come il vaiolo. Ed è per questo che alla fine non potremo mai sradicare una zoonosi, a meno che non uccidiamo gli animali in cui vive.

Che alla domanda della Levantesi se, quindi l'unica soluzione è sopprimere tutti i pipistrelli, risponde:

No, la soluzione è lasciare i pipistrelli in pace, perché i nostri ecosistemi hanno bisogno dei pipistrelli.

Con questo siamo a un punto fondamentale, secondo Quammen, che su una possibile relazione tra correlazione tra inquinamento e impatto del virus, dice:

Penso che ci possa essere una correlazione tra l’inquinamento dell’aria e i danni ai polmoni e alle vie respiratorie delle persone e quindi la loro suscettibilità a questo particolare virus. Credo che questa sia una domanda importante. Non abbiamo ancora risposte certe ma è una domanda che merita ricerca e attenzione.

Ragione per cui da questa pandemia dobbiamo, secondo l'autore di "Spillover",  imparare a ripensare la nostra economia, a pianificare formazione, interventi, a volte anche costosi, come l'acquisto preventivo di macchinari, la messa a punto di posti di terapia intensiva e soprattutto studiare piani di emergenza locali. Ma c'è qualcosa di più generale da comprendere e che questa pandemia più pericolosa dell'Ebola può insegnarci e che potrà orientare gli interventi particolari. Conclude Quammen nella sua intervista a Il Manifesto:

L’altra cosa che dobbiamo imparare è che il modo in cui viviamo su questo pianeta ha delle conseguenze, delle conseguenze negative. Noi dominiamo questo pianeta come nessun’altra specie ha mai fatto. Ma ci sono conseguenze e alcune prendono la forma di una pandemia da coronavirus. Non è una cosa che ci è capitata. È il risultato delle cose che facciamo, delle scelte che prendiamo. Tutti ne siamo responsabili.

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