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August Landmesser: 75 anni fa moriva l’uomo che si rifiutò di fare il saluto nazista

Esistono persone capaci di passare alla storia con un semplice gesto: è il caso di August Landmesser, operaio tedesco che nel 1936 rifiutò di fare il saluto nazista ad Hitler. Il suo gesto è divenuto famoso grazie ad una fotografia ritrovata nel 1991, spingendo gli storici a ricostruire la tragica storia nascosta dietro di esso. August Landmesser moriva 75 anni fa: ecco chi era.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il 17 ottobre 1944 moriva August Landmesser, l'uomo che si rifiutò di fare il saluto nazista. La foto che lo ha reso famoso venne scattata il 13 giugno 1936 ad Amburgo.
Il 17 ottobre 1944 moriva August Landmesser, l'uomo che si rifiutò di fare il saluto nazista. La foto che lo ha reso famoso venne scattata il 13 giugno 1936 ad Amburgo.

Braccia incrociate e volto serio, impassibile: è così che la storia ricorda August Landmesser, l’uomo divenuto famoso proprio per lo scatto che lo ritrae nell'attimo in cui si rifiuta di omaggiare il regime nazista con il saluto a braccio teso. Quel rifiuto segnò anche, irrimediabilmente, il suo destino: il dissenso nei confronti del Reich, e la sua relazione con una donna ebrea, gli costarono i lavori forzati e, in seguito, la morte. Una morte che, stando alle ricostruzioni storiche, sarebbe avvenuta esattamente 75 anni fa.

Chi era August Landmesser?

August Landmesser.
August Landmesser.

All'epoca in cui venne scattata la fotografia August aveva appena 26 anni. Originario di un piccolo paese della Germania settentrionale, nel 1931 era entrato nel Partito Nazionalsocialista spinto dalla necessità di ottenere un lavoro: per quattro anni aveva lavorato come operaio nel cantiere navale della Blohm+Voss di Amburgo fino a quando, resa pubblica la relazione con una donna di religione ebraica, venne espulso dal partito con l’accusa di aver “disonorato la razza tedesca” e incarcerato nel campo di concentramento di Börgermoor.

Lei si chiamava Irma Eckler, ed era più giovane di lui di tre anni. Nel 1934 i due si conoscono, s’innamorano, e decidono di sposarsi l’anno successivo: un matrimonio che non verrà mai riconosciuto legalmente a causa dell’entrata in vigore delle leggi di Norimberga. Nel frattempo nascono anche due figlie, Ingrid e Irene, che hanno tre e un anno quando, nel 1938, August viene di nuovo arrestato e condannato a 30 mesi di lavori forzati. Il suo crimine? Quello di aver continuato ad amare una donna ebrea.

La coppia si separò per sempre: Irma venne rinchiusa nel lager femminile di Ravensbruck e successivamente trasferita nell'istituto sanitario di Bernburg, dove morì, secondo le ricostruzioni, nel 1942. Nel frattempo August era stato di nuovo scarcerato, ma nel 1944 venne arruolato nella Wehrmacht: di lui non si seppe più nulla fino a quando, cinque anni dopo, la corte di Amburgo lo dichiarò morto nel corso di una missione militare in Croazia, il 17 ottobre 1944.

13 giugno 1936: la fotografia che lo ha reso famoso

Nella foto, August Landmesser è l'unico che non fa il saluto nazista. Lo scatto risale al 13 giugno 1936.
Nella foto, August Landmesser è l'unico che non fa il saluto nazista. Lo scatto risale al 13 giugno 1936.

Fino trent'anni fa nessuno aveva conosciuto né il nome né la storia di August Landmesser. Ma quando la fotografia venne ritrovata ed esposta presso il centro di documentazione Topographie Des Terrors di Berlino, nel 1991, il suo caso esplose: in quello scatto, pubblicato dal quotidiano Die Zeit, le due figlie riconobbero il padre, del quale non avevano mai avuto la possibilità di prendere il cognome.

La storia di quest’uomo, non troppo diversa da quella di altre centinaia di vittime del regime nazista, divenne esemplare proprio a partire da quella fotografia: quel giorno, il 13 giugno 1936, August si trovava nel cantiere della Blohm+Voss per il varo della nave scuola Horst-Wessel, cerimonia alla quale era presente Adolf Hitler in persona. All’epoca l’espulsione di Landmesser dal partito era già avvenuta, e la sua relazione con Irma lo aveva già condannato agli occhi della polizia nazista: nonostante questo, l’uomo scelse ugualmente di compiere quel gesto così semplice ma così significativo anche a distanza di decenni.

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