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Corea del Nord, l’Italia si schiera con gli USA: “No a un cambio di regime, sì alle sanzioni”

Venti paesi – compresa l’Italia – hanno concordato sulla necessità di attuare un “blocco navale” di fatto della Corea del Nord, effettuando controlli stringenti su ogni imbarcazione diretta alla volta delle coste di Pyongyang.
A cura di Davide Falcioni
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Gli Stati Uniti ed i loro più fidati alleati – 19 paesi, tra cui l'Italia – hanno concordato sulla necessità di attuare un "blocco navale" di fatto della Corea del Nord, effettuando controlli stringenti su ogni imbarcazione diretta alla volta delle coste di Pyongyang per impedire al regime di violare le sanzioni delle Nazioni Unite sul suo programma nucleare e missilistico, impedendo così il traffico di materiale bellico.

I venti paesi hanno fatto sapere che non ci saranno interferenze con i traffici marittimi legittimi, ma verranno ostacolati gli scambi in mare "nave-a nave", come quelli documentati da foto satellitari tra petroliere cinesi e nordcoreane. Lo ha annunciato il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, al termine del summit in Canada cui non sono stati invitati né la Cina né la Russia, poiché formalmente era un vertice limitato ai Paesi che nella Guerra di Corea (1950-1953) sostennero il contingente sotto egida Onu guidato dagli Usa, contro l'attacco del Nord, sostenuto da Mosca e Pechino.  I 20 Paesi hanno tuttavia ribadito di "non volere un cambio di regime o il collasso dell'attuale" in Corea del Nord ma solo che le sanzioni già in vigore "siano fatte rispettare".

In questo contesto il Pentagono sta rafforzando il proprio schieramento di forze nell'isola di Guam, sede della base aerea Andersen, la più avanzata per un'eventuale azione contro la Corea del Nord a soli 3.400 chilometri da Pyongyang. Come spiega la Cnn, accanto ai cacciabombardieri strategici già pronti ad entrare eventualmente in azione, Washington ha inviato 6 giganteschi e vecchi, ma ancora letali B-52, in grado di trasportare bombe nucleari e convenzionali, e 300 avieri dalla base di Barksdale in Lousiana, per sostituire i più moderni B-1B Lancer, che alla fine del mese torneranno alla loro base di Ellsworth in North Dakota.

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