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Naufragio Costa Concordia

Concordia, disastro annunciato?: “Nave in avaria prima del naufragio”

Porte stagne aperte, mappe “non approvate” e la “scatola nera” danneggiata dal 9 gennaio. E’ quanto emerge dalla perizia disposta dalla Procura di Grosseto, per accertare le cause del naufragio del Giglio. Le riparazioni sarebbero avvenute solo il giorno dopo la tragedia, il 14 gennaio.
A cura di Biagio Chiariello
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Concordia disastro annunciato Nave in avaria prima del naufragio
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Naufragio Costa Concordia

Torna a riacquistare attualità il caso del naufragio del Giglio, con una notizia che rischia di rialzare il polverone che aveva travolto già a suo tempo la compagnia Costa Crociere.  Secondo la perizia tecnica effettuata dai consulenti ingaggiati dalla Procura di Grosseto per esprimersi sulle possibili cause della tragedia della Concordia, alcune componenti della strumentazione di bordo erano fuori uso già dal 9 gennaio, ben quattro giorni prima del dramma in mare che provocò la morte di 32 persone. L'ipotesi era già stata abbozzata nel corso di questi mesi di congetture e teorie sull'incidente,  ma ora la conferma arriva dai verbali (datati 4 aprile) depositati dal giudice che indagando sul disastro, come scrive il Corriere della Sera.

Le navi non possono salpare se la strumentazione di bordo non è perfettamente funzionante. Lo stabilisce il codice di navigazione. Ma la Concordia viaggiava con le porte stagne aperte e con mappe «non approvate», sebbene l'anomalia più grave – almeno secondo quanto verificato dai periti – riguardasse la «scatola nera». Il dispositivo non registrava i dati di navigazione già dal 9 gennaio, rendendo così impossibile una ricostruzione fedele di quanto accaduto a bordo della nave da crociera. I periti si sono infatti trovati a lavorare su una carteggio incompleto visto che, da quanto emerge, dalle 23.36 del 13 gennaio non c'è più alcuna registrazione. Per di più, secondo la perizia anche il sistema che controlla l’erogazione dell’energia elettrica sulla nave, il cosiddetto Martec, era danneggiato.

Il problema alla scatola nera era però stato segnalato il giorno dopo il guasto (il 10 gennaio). E' quanto emerge  dalle mail acquisite dai pm che indagano sul comportamento del capitano Francesco Schettino e sulle eventuali responsabilità dei vertici della compagnia. In particolare, la circostanza emerge dalla corrispondenza tra Pierfrancesco Ferro, il responsabile del settore tecnico di Costa, e la ditta di manutenzione della compagnia. Le parti avevano deciso di intervenire per riparare la strumentazione il 14 gennaio quando la nave fosse arrivata nel porto di Savona. Troppo tardi: la corsa della Concordia si fermò la sera prima, all'ombra del Giglio.

Costa Crociere però mette le mani avanti. «La scatola nera – fa sapere la compagnia, sempre secondo quanto scrive il Corsera aveva segnalato solo un codice d'errore che non significava assolutamente che l'apparecchio Vdr non funzionasse». In questi casi la navigazione è possibile, «non c'è norma o convenzione internazionale – aggiunge Costa – che prescriva che in una situazione del genere la nave non possa navigare». La strategia di difesa di Costa Crociere è ben chiara: l'obiettivo è naturalmente quello di far ricadere tutte le responsabilità di quella maledetta notte su Francesco Schettino. Sua è stata l'idea del famigerato inchino che ha portata la nave ad incagliarsi sullo scoglio. Certo è, che se quanto scrive il Corsera dovesse essere accertato, la posizione del comandante più odiato di Italia potrebbe essere addirittura riabilitata.

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