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Choosy a chi? I giovani si ribellano al ministro Fornero (video)

Storie di “choosy”. Che non vogliono essere schizzinosi. Ma avere la possibilità di scegliere e costruire il proprio futuro, mentre si danno da fare nella precarietà quotidiana. Il ministro Elsa Fornero sbaglia ancora una volta la lezione.
A cura di Gaia Bozza
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Batman-choosy

Marco ha 27 anni, una laurea in tasca e ora sta completando il suo secondo master. Vive in una stanza in affitto al centro di Napoli, in condivisione con Alessio. Che ha 24 anni e un curriculum di due pagine: cameriere, lavapiatti, magazziniere. Ha lavorato anche in fonderia. Anche Marco ha fatto il cameriere, poi l'insegnante d'inglese presso un istituto che poi è andato in bancarotta e lui, da lavoratore atipico, non ha ricevuto nemmeno il compenso per i suoi tre mesi da insegnante precario. Ora fa saltuariamente lavori di grafica, mentre si prepara a terminare l'ennesimo master (nella speranza che serva a qualcosa).

Loro proprio non ci stanno, a sentirsi chiamare "schizzinosi", a sorbirsi la lezioncina dal ministro professore. L'ultima sparata di Elsa Fornero ha suscitato un moto d'ira collettivo. In primo luogo, perché la professoressa ha scelto un termine inglese, eccentrico. In secondo luogo perché, indirettamente, cerca di far passare un concetto secondo il quale, "data la congiuntura", ci si deve sentire in colpa anche se si desidera un futuro diverso, magari migliore. Choosy significa "schizzinoso" ma indica anche una persona che sa precisamente quello che vuole e come lo vuole.  Ecco, Alessio e Marco lo sanno, quello che desiderano dalla loro vita e dalla società. Ma intanto, devono arrangiarsi: precari, sottopagati, in nero.

C'è Cristiana, una laurea da 110 e lode in storia e la passione per la fotografia. Scatta bellissime foto, Cristiana, ma non ci guadagna granché.  Il dottorato lo ha provato, certo, ma si è accorta che i posti erano assegnati ancora prima di entrare in aula. E c'è Gisella, grandi occhi neri, anche lei una laurea nel cassetto, e  forse spera in un futuro nel quale potersi concedere il lusso di essere "schizzinosa".

Ma la più incazzata è Viviana, che ha vent'anni, nemmeno un filo di trucco, una sfiziosa maglia con i canguri (ma lei ha "vergogna ad andare in video con questa maglia", dice). E si impegna in politica: fa parte di "Link", il coordinamento degli studenti universitari. Che apre vertenze sulle condizioni di stagisti e apprendisti, protesta contro il depauperamento culturale e sociale dell'università, contro le tasse sempre più alte e le prospettive inesistenti di inserimento lavorativo. La rete  degli studenti medi e universitari sta manifestando, proprio in questi giorni, contro l'ennesima pugnalata al sistema scolastico: la legge ex Aprea, che spinge su un indirizzo "manageriale" della scuola pubblica e favorisce l'ingresso delle grandi aziende nella gestione di un servizio che dovrebbe restare pubblico. I  giovani protestano per riappropriarsi della possibilità di scegliere, di sognare. "Choosy" e "choice" hanno la stessa radice.  E' bella Viviana, e quando le chiedi cosa si aspetta dal futuro lei, con una semplicità disarmante, ti fa: "Mi aspetto molto. Voglio un lavoro e sentirmi felice, realizzata. Perché penso di averne diritto".

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