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Che cos’è il Museo Archeologico di Taranto, il museo della Magna Grecia “dimenticato” da Di Maio

Il MarTa – Museo Archeologico di Taranto esiste dal 1887 ed è uno dei più importanti musei archeologici al mondo. Al suo interno reperti dal valore inestimabile come gli Ori di Taranto e non solo. Una storia di 131 anni finita nel calderone delle polemiche del giorno, dopo la dichiarazione del ministro Luigi Di Maio da Bianca Berlinguer a “Cartabianca”.
A cura di Redazione Cultura
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La polemica del giorno è servita: secondo il vicepremier Luigi Di Maio, intervenuto nel programma televisivo di Rai 3 Cartabianca, condotto da Bianca Berlinguer, la città di Taranto non avrebbe un degno museo. Eppure, secondo i critici del ministro del lavoro, a Taranto un museo c'è dal 1887 ed è molto bello. Si chiama Museo Archeologico Nazionale di Taranto, ribattezzato da qualche anno a questa parte con l'acronimo di MarTa, preziosa struttura e avamposto culturale nel capoluogo ionico. Dal 2016, poi, questa struttura si è arricchita di un secondo piano. Ma vediamo nello specifico cosa c'è all'interno di questo museo.

Innanzitutto, reperti dal valore inestimabile come gli Ori di Taranto, già esposti negli Stati Uniti e all'Expo di Milano, dalla Preistoria all'Alto Medioevo, ai continui progressi che lo hanno portato sul podio dei luoghi della cultura più visitati in Puglia nel 2017. Sul sito del Mibac, poi, c'è un elenco dettagliato di tutti i fondamentali reperti archeologici e testimonianze culturali presenti nel museo tarantino:

Il percorso inizia dal secondo piano che mostra le fasi più antiche della storia dell’insediamento in Puglia (Paleolitico e Neolitico) per giungere alla fondazione della colonia greca e alla città classica ed ellenistica. Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, al piano mezzanino, possiede anche una collezione di quadri che nel 1909 confluirono nelle collezioni del Regio Museo di Taranto per disposizioni testamentarie del Monsignor Giuseppe Ricciardi, vescovo di Nardò, che volle donarli alla sua città natale. Oltre ad una bellissima icona bizantina ed una Addolorata piangente su lastra di zinco, gli altri diciotto quadri, tutti con soggetti di ispirazione religiosa, sono dipinti ad olio su tela e si inquadrano fra XVII e XVIII secolo. La maggior parte degli altri quadri rientra nella produzione napoletana, con attribuzioni alla scuola di Luca Giordano, Andrea Vaccaro e Francesco De Mura. I quadri più recenti, l’Addolorata fra i Santi Nicola e Barbara e la Deposizione, sono stati riferiti invece ad un artista pugliese, Leonardo Antonio Olivieri di Martina Franca. Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto offre ai visitatori una programmazione culturale varia e destinata a vari target di pubblico, tra cui i visitatori con disabilità. Una sala didattica, ubicata al piano terra del museo, ospita le attività didattiche per scuole, bambini ed adulti. Il Museo possiede un chiostro, luogo di eventi e di attività didattiche.

Quindi la frase di Di Maio dalla Berlinguer, in effetti, non è stata il massimo: "Investiremo comunque in un'università e nel turismo a Taranto. Quella è l'area con i reperti archeologici più grande di tutta la Magna Grecia e non ha dei musei degni di quell'area". A cui ha risposto subito per la rime, via Twitter, la  direttrice Eva Degl'Innocenti, che lo guida dal 2015:

Egregio ministro Luigi Di Maio sarei molto onorata di poterla accogliere nel museo archeologico più importante della Magna Grecia, che ha sede proprio a Taranto, uno dei musei archeologici più importanti al mondo.

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