2.252 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Cerca lavoro su Facebook, ondata di commenti e insulti razziali: “Raccogli banane?”

“Sono senegalese e sto cercando lavoro”, le risposte sono state: “Vieni a raccogliere le banane, ho giusto bisogno di qualche scimmia”.
A cura di Redazione
2.252 CONDIVISIONI
Immagine

“Sto cercando lavoro”, iniziava così l'annuncio di ricerca lavoro di un ragazzo senegalese di 23 anni, Fallou Ndiaye, che fra i commenti è  stato coperto da insulti e offese razziste. “Sto cercando lavoro”, scrive Fallou, una delle tante persone che oggi in Italia cercano un'occupazione, oppure cercano di migliorare la loro posizione socio economica trovando un lavoro migliore o più stabile. Ma nessuno di loro viene ricoperto di insulti durante la ricerca di lavoro, Fallou Ndiaye invece sì. E il motivo è il più tragico che si possa pensare e riguarda la discriminazione razziale: Fallou Ndiaye è nero e originario del Senegal, per questo motivo è stato ricoperto da offese e insulti dal carattere razzista.

Raccontiamo questa storia dell'inizio. Fallou Ndiaye è originario del Senegal e vive in Italia, a Galatina in provincia di Lecce. Attualmente disoccupato, Fallou cerca lavoro, e – nel più classico dei modi – dopo qualche passa parola, decide di provare a cercare lavoro mettendo anche un annuncio su Facebook, utile anche per la ricerca di un lavoro, deve aver pensato Fallou Ndiaye, che così ha scritto il suo breve annuncio di ricerca lavoro e lo ha pubblicato sul social network.

Fallou Ndiaye si aspettava che lo contattasse qualche azienda, qualche negozio o qualche ditta, magari una fabbrica nel migliore dei casi, oppure nessuno. Ma mai si sarebbe aspettato di vedere comparire sotto al suo annuncio di ricerca di lavoro, frasi come: "Sì, a me serve uno che raccolga banane, cerco giusto delle scimmie”.
Fallou Ndiaye li ha letti tutti quei commenti razzisti, uno dopo l'altro, e dopo averci pensato un po' ha deciso di rispondere così: “Ho letto quello che mi avete scritto. Ho letto le offese, ho letto quelli che mi hanno trattato male, quelli che hanno detto che sono una scimmia, i commenti di chi mi ha offeso per il colore della mia pelle. Li ho letti tutti i commenti, ho letto perciò anche le persone che mi hanno difeso. E sono loro che voglio ringraziare. Davvero, vi ringrazio. Purtroppo non solo in Italia esistono persone cattive, ovunque accadono cose del genere, persone che offendono per il colore della pelle oppure insultano per la provenienza geografica, o semplicemente perché una persona è nata in un altro Paese. Accade così – purtroppo – in tantissimi Paesi del mondo, perché ovunque ci sono persone cattive, ma fortunatamente ci sono anche persone buone, gentili, come quelli che pur non conoscendomi hanno risposto a quei brutti commenti e mi hanno difeso”.

Quelle di Fallou Ndiaye, di soli 23 anni, sono state parole molto apprezzate anche dal sindaco di Galatina, Marcello Amante, che si è scusato a nome di “chi lo ha insultato”. La notizia è stata pubblicata sul Nuovo Quotidiano di Puglia, ed è proprio attraverso il giornale che esce nella regione Puglia, e perciò anche a Galatina, in provincia di Lecce dove abita Ndiaye, che il sindaco ha affermato: “Quando sono venuto a conoscenza dell'episodio sono rimasto sconcertato. Noi non dobbiamo assolutamente dare peso a quella minoranza che inneggia all'odio. Noi dobbiamo invece sponsorizzare sempre di più tutti coloro che, spesso nel senza alcuna pubblicità, fanno della solidarietà e della collaborazione principi su cui basare la propria vita. Da loro dovremmo trarre insegnamento, a partire da chi amministra le città”.

Una brutta avventura, quella che ha vissuto Fallou Ndiaye, ragazzo senegalese senza colpe, che solo sta cercando un lavoro, come migliaia di altre persone oggi in Italia. Da questa brutta storia, grazie anche all'intervento del sindaco di Galatina, e dei commentatori su Facebook che hanno difeso il ragazzo, possiamo trarre però una parte di insegnamento: dalla conoscenza reciproca possono nascere le occasioni migliori, questo è quello che dobbiamo sempre ricordarci. E chissà che questa pubblicità non voluta – e certamente non richiesta da Fallou Ndiaye – possa oggi servirgli anche a trovare lavoro. Sarebbe la risposta migliore a tutti i razzisti.

2.252 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views