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Caso Uva: richiesto il processo per otto carabinieri e poliziotti

La richiesta di fissazione dell’udienza preliminare e di rinvio a giudizio per otto, tra carabinieri e poliziotti, coinvolti nel caso della morte di Giuseppe Uva, segue all’imputazione coatta per omicidio preterintenzionale, arresto illegale e altri reati.
A cura di D. F.
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Agostino Abate e Sara Arduini, pubblici ministeri di Varese, hanno depositato la richiesta di fissazione dell'udienza preliminare e di rinvio a giudizio per otto, tra carabinieri e poliziotti, coinvolti nel caso di Giuseppe Uva, il ragazzo morto nel giugno del 2008 dopo essere stato trasportato in caserma dai carabinieri in seguito a un controllo. Nei confronti degli 8 è stata formulata l'imputazione per omicidio preterintenzionale, arresto illegale e altri reati.

Nei giorni scorsi il gip di Varese aveva disposto l'imputazione coatta per gli otto uomini delle forze dell'ordine, respingendo la richiesta di archiviazione presentata proprio dai pm Agostino Abate e Sara Arduini ed accogliendo, di fatto, l'istanza della famiglia di Giuseppe Uva, che chiedeva un nuovo processo e indagini approfondito su quanto accaduto in caserma. Precedentemente anche il Tribunale di Varese, assolvendo il medico del pronto soccorso accusato di omicidio colposo, aveva chiesto ai pm di approfondire le indagini su cosa fosse accaduto realmente quella notte di ormai quasi sei anni fa.

I FATTI – La notte tra il 14 e il 15 giugno del 2008 Giuseppe Uva si trovava insieme all’amico Alberto Bigioggero a Varese. I due avevano bevuto qualche bicchiere più del solito e, per scherzare, transennarono una strada e deviarono il traffico verso il centro cittadino, finché non intervennero una pattuglia dei carabinieri e una della polizia, che caricarono i due amici per condurli nella caserma di via Saffi. Bigioggero lo scorso ottobre raccontò: “Un Carabiniere in particolar modo l’ha massacrato di botte in caserma insieme ai suoi colleghi e mi dicevano: ‘dopo arriva anche il tuo turno’. Al che, quando finalmente mi sono trovato da solo, ho chiamato il 118 implorandolo di venire in soccorso, perché un mio amico veniva massacrato, mi hanno detto che in caserma non potevano intervenire, è arrivato un soggetto con dei tratti asiatici, sembrava quasi cinese, con una borsa forse da medico e da lì il mio amico Beppe ha smesso di gridare: questo mi ha fatto sentire veramente sollevato come non mai, perché ho pensato che hanno smesso di pestarlo”. Giuseppe Uva però morirà in ospedale poche ore dopo.

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