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Caso Ruby: il CSM archivia il bunga bunga

L’esposto del PM Annamaria Fiorillo contro le dichiarazioni del ministro Robero Maroni in Parlamento è stato giudicato irricevibile dalla prima commissione del Consiglio Superiore della Magistratura.
A cura di Alessio Viscardi
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Ruby Rubacuori

Archiviazione per il caso Ruby e lo scandalo “Bunga Bunga” che ha travolto il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, l'autunno scorso. La vicenda coinvolge la minorerre Ruby Rubacuori, immigrata senza permesso di soggiorno in Italia, il pm dei minori Annamaria Fiorillo ed il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. La prima commissione del Csm ha respinto l'esposto del pm milanese Annamaria Fiorillo, che si era rivolta al consiglio superiore della magistratura per le presunte violazioni delle pratiche di tutela dei minori verificatesi in occasione dell'arresto dalla minorenne marocchina per furto, lo scorso 27 maggio. Una telefonata arrivò in questura dalla Presidenza del Consiglio, affermando che Ruby fosse parente del presidente egiziano Mubarak e richiedendone il rilascio immediato.

Dopo le prime indiscrezioni pubblicate su Il Fatto Quotidiano, la vicenda di Ruby Rubacuori raggiunge proporzioni enormi, coinvolgendo il Presidente del Consiglio in uno scandalo a luci rosse, fatto di festini con minorenni a base di “bunga bunga” e locali notturni. Uno scandalo che arriva anche su Wikileaks grazie alla pubblicazione dei cablogrammi scambiati tra l'Ambasciata statunitense in Italia e l'amministrazione U.S.A. che mettono in forte imbarazzo il governo del nostro paese. Il CSM ha oggi respinto l'esposto della PM Fiorillo, motivando la decisione con il giudizio di “irricevibilità” della lettera presentata dal magistrato milanese. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha già riferito in Parlamento riguardo la correttezza formale dell'operato della questura nel caso Ruby.

Il CSM si dice non competente nella questione, che riguarda l'affidamento dell'allora minorenne Ruby alla consigliera regionale della Lombardia, ed ex-igienista dentale di Silvio Berlusconi, Nicole Minetti. Karima El Mahroug (vero nome di Ruby Rubacuori) doveva essere affidata ad una comunità protetta in attesa del giudizio del giudice, invece fu rilasciata alla consigliere Minetti che non si occupò della ragazza e la lasciò tornare a casa da sola. L'esposto del PM Fiorillo era rivolto contro alcune dichiarazioni rilasciate in Parlamento dal Ministro dell'Interno, che difendeva l'operato della Questura e smentiva quanto dichiarato dalla stessa PM dei minori. Annamria Fiorillo, infatti, si era detta contraria all'affidamento della minore e ne aveva ordinato la reclusioni in cella. Invece, stando a quanto sostenuto dagli organi della Questura, ne avrebbe permesso il rilascio.

La ricostruzione fornita dal ministro Maroni si basa sulle dichiarazioni rilasciate dallo stesso procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, che confermò la giustezza della procedura di identificazione effettuata dopo l'arresto di Ruby per furto ed il suo affido alla consigliere Nicole Minetti. L'archiviazione del CSM pone fine alla vicenda, impedendo la prosecuzione delle indagini e negando l'istruttoria. I magistrati non dovranno occuparsi del bunga bunga di Berlusconi ed anche Ruby Rubacuori lo rinnega in una videointervista a L'Espresso.

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